Bocciati dal Ministero quattro progetti su cinque per il Pnrr dell’ente idrico campano
di Sergio D'Angelo
L’esclusione del gestore napoletano Abc provocò roventi polemiche qualche mese fa, alle quali io stesso non mi sottrassi, ma comunque non è andata meglio a quattro dei cinque progetti approvati dall’Ente idrico campano per essere sottoposti al vaglio del ministero delle Infrastrutture nell’ambito del Pnrr. Tutte salernitane le quattro aziende i cui progetti sono stati respinti. Approvato invece quello presentato da Gori.
È una notizia che ovviamente accolgo con rammarico perché conosco lo stato delle nostre reti idriche e la necessità urgente di un loro ammodernamento, riservandomi valutazioni più approfondite dopo aver letto le motivazioni del ministero. Altrettanto hanno annunciato gli stessi vertici dell’Eic per capire se ci sono i margini per il ricorso al Tar. Tuttavia, una percentuale di bocciatura dell’80% delle candidature, per un importo complessivo di circa 58 milioni, risulta così avvilente da imporre delle riflessioni sulla qualità dell’istruttoria dei progetti che non possono essere eluse.
In realtà, non ho ritenuto soddisfacenti nemmeno le motivazioni che hanno indotto l’Eic a escludere la candidatura di Abc a maggio, che aveva presentato un progetto per 50 milioni, ritenendo che l’azienda speciale napoletana non potesse essere considerato un ente salvaguardato. Abc infatti, proprio attraverso il riconoscimento dello status accordatole dall’Ente idrico campano, si era aggiudicata un bando di 27 milioni del ministero delle Infrastrutture nell’ambito del Pon.
Riconoscimento invece incomprensibilmente negatole per il bando Pnrr.
Il risultato di questa scarsa trasparenza nelle scelte ha determinato quindi sia la mancata partecipazione del gestore dell’acquedotto napoletano, che il respingimento delle candidature ritenute legittime dall’Eic con la già ricordata eccezione del progetto presentato da Gori. Non basterà eventualmente la seconda finestra del Bando Idrico con scadenza il 31 ottobre a compensare il mancato arrivo delle risorse, in virtù del fatto che l’importo complessivo per le regioni del Sud sarà di circa 117 milioni.
Occorrerebbe forse approfittare di questa sfortunata circostanza per porre, stavolta per tempo, al governo nazionale una diversa e più appropriata interpretazione, insieme al superamento degli stessi vincoli previsti dal bando, per evitare che si impedisca a un gestore dalla tradizione praticamente secolare come Abc di poter accedere al bando stesso.