Domenica, 24 Novembre 2024

Il mare non bagna Napoli

Scrivevo ieri che Napoli non è una città verde e anche il mare è più che altro l’iconico sfondo delle pur spettacolari viste del Golfo. Utilizzando un popolare proverbio napoletano, è bello ma nun abballa, come si dice delle cose gradevoli esteticamente ma poco o per niente utili. In questi tempi di mutamenti climatici e riscaldamento globale, il refrigerio offerto da una giornata al mare va ben oltre la categoria dello svago, ma tracima a pieno titolo nel diritto alla Salute.

Ovviamente non è colpa del mare se lo si è reso inaccessibile, ma di chi ha permesso nel corso dei decenni che i pochi punti accessibili fossero di fatto privatizzati. Colpa dei governi nazionali, che fino all’attuale strenua resistenza alle direttive europee dell’esecutivo guidato dalla Meloni, continuano a prorogare le concessioni. Ma una responsabilità ce l’hanno anche gli enti locali, che per la loro natura di organismi istituzionali di prossimità sono quelli che meglio conoscono la situazione e più dovrebbero tutelare cittadine e cittadini. Insomma, chi meglio di un comune sa che sul suo territorio le spiagge libere sono troppo poche e maltenute per garantire il diritto alla balneazione?

Andare al mare a Napoli è un lusso che si aggiunge alla beffa, perché il mare si vede da moltissimi punti della città restando però inaccessibile. Sì, perché con una lieve variazione fra i diversi pochi stabilimenti, una giornata al mare nel fine settimana costa oltre cento euro a una famiglia di 4 persone. A Posillipo si segnalano per esempio tariffe di 25 euro a persona per ingresso e lettino, a cui vanno aggiunti altri 5 euro per l’ombrellone e 5 per il parcheggio. Totale, appunto, 110 euro. Leggermente più bassi nei feriali, ma comunque non si scende sotto i 20 euro a persona. Tutto ciò a fronte di entrate ridicole per le finanze pubbliche e un sostanziale sfruttamento della forza-lavoro stagionale impiegata.

L’ho scritto più volte nel corso della scorsa estate, e con le colleghe e i colleghi del nostro gruppo consiliare abbiamo pensato che fosse venuto il momento di andare oltre la denuncia sui social. Infatti, la collega Flavia Sorrentino presenterà in uno dei prossimi consigli comunali un odg in cui chiederemo di incrementare l’offerta balneare pubblica con la realizzazione di piattaforme smontabili e sostenibili, realizzate con materiali naturali, dove si potranno realizzare stabilimenti balneari, solarium, spogliatoi, punti di ristoro e gazebo. La battaglia per il diritto a una libera balneazione è una battaglia di civiltà.

Sergio D'Angelo
Author: Sergio D'Angelo
Napoletano, tra i massimi esperti di politiche sociali, terzo settore e finanza etica in Italia. A lui si devono numerose battaglie per il lavoro, l’istruzione, le pari opportunità, la sanità, il welfare. Fondatore e presidente del gruppo di imprese sociali Gesco, è stato assessore comunale al welfare e commissario straordinario dell’ABC, azienda speciale per la gestione dell’acqua pubblica del Comune di Napoli. Nell’ottobre 2021 è stato eletto in consiglio comunale come capolista di Napoli Solidale. È giornalista pubblicista e opinionista del Corriere del Mezzogiorno.

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