Waffel di forma fallica: quando i dolci rompono il
Entrando nel piccolo locale tutto rosa di via Scarlatti si ha l’impressione di essere in una raffinata patisserie parigina. Il bancone tirato a lucido mostra le sue piccole leccornie e i giovani commessi dalla folta capigliatura glam e sguardo gentile ti salutano affabilmente, fra le pareti rivestite con un grazioso pattern bianco e cipria.
Ci vuole un po’ al cliente sprovveduto e che non parla inglese a capire di essere entrato in una sexy-pasticceria e che i decori sui muri, anziché calle e sterlizie, sono invece peni e vagine.
Mr. Dick, questo il nome del locale (in italiano “Mister Pene”) è una catena di pasticcerie che da Milano ha, nel giro di pochi mesi, colonizzando tutta Italia. Il tema è prettamente “genitale”: biscotti, pasticcini, bignè e tortini prendono la forma esclusivamente di peni e vagine, in un omaggio zuccherino a ciò che è l’origine del mondo.
Dopo il successo della prima sede milanese, ha aperto al Vomero sabato 21 gennaio, pochi mesi dopo il negozio di Roma, creando scompiglio fra residenti e avventori già poche ore dopo l’inaugrazione.
“APPELLO AGLI ABITANTI DEL VOMERO. Non abito al Vomero ma ci vado spesso perchè ho amici e parenti indignati! - tuona un utente su Facebook che prosegue facendone una questione di target – Mi auguro che il consiglio di quartiere attivi una vibrata protesta verso questa genere di locali che rendono ancor più la zona luogo di aggregazione per la peggiore marmaglia di frequentatori di quello che un tempo era un fiore all’occhiello della città di Napoli”. In molti, sempre attraverso i social, al contrario, salutano con favore il brand, definendolo ironico e tacciando il Vomero, Napoli e infine l’Italia di bigottismo. “In tutta Europa aprono negozi come questo ma nessuno si scandalizza. Tutte queste polemiche sono chiaro segno di quanto il nostro Paese sia provinciale” controbbatte un utente a cui un altro fa eco relativamente al Vomero. “Trovo geniale aprire uno store del genere proprio nel cuore del Vomero dove sono a dir poco spocchiosi e perbenisti, vi stimo”.
Nonostante le polemiche e i segni di protesta non solo digitali – gli addetti alle vendite e i gestori degli esercizi circostanti dichiarano che ci sia stato chi ha dato dimostrazione di dissenso con urla e offese – a Mr. Dick non mancano i visitatori. “Ho deciso di acquistare qui i dolcini per l’addio al celibato di mia sorella – racconta Sveva, appena uscita dallo shop con un vistoso pacchetto “logato” - li trovo bizzarri, ironici e assolutamente non volgari. Con tutte le disgrazie che il mondo sta vivendo c’è bisogno di leggerezza!”. “Non solo forma ma anche tanta sostanza – commenta maliziosamente Ilaria, giovanissima cliente che ha atteso la fine della giornata scolastica per fare una puntatina in negozio – ho assaggiato sabato, proprio nella giornata di apertura , il loro Waffel di forma fallica. Assolutamente buonissimi.
Puoi scegliere tu salsine, granelle e topper con cui arricchirli”. I clienti sono soprattutto giovanissimi, in cerca di un selfie o di un video su Tik Tok. Le donne, più temerarie, superano di gran lunga gli uomini, generalmente più ritrosi e imbarazzati. Una coppietta entra ridacchiando, lei trascina il ragazzo per l’orlo del cappotto. “Non ci vedo nulla di male – dichiara il ragazzo – il cornicello napoletano non è forse una versione rivisitata del pene, non ci sono forse reperti archeologici di forma fallica?”. E in effetti il giovane appassionato di archeologia non ha torto: proprio il MANN – Museo Archeologico Nazionale dedica a tutto ciò che fa parte della sfera della sessualità un visitatissimo Gabinetto Segreto. La collezione consta circa 250 reperti a soggetto erotico, provenienti prevalentemente dagli scavi di Pompei ed Ercolano. Il valore storico e artistico di questi oggetti non ha impedito che - a causa dell’imbarazzo suscitato dall’esposizione di oggetti considerati da molti "osceni" e "pornografici" – il Gabinetto venisse nel corso degli anni più volte censurato. Che Mr. Dick possa entrare nei musei ammantandosi di valore artistico, fra duemila anni, sembra improbabile. Ciò che è certo – aldilà dell’ironia, delle polemiche o dei consensi – è che l’idea di far diventare una semplice waffeleria da asporto un luogo di “culto” e spaccare in due l’opinione pubblica è sicuramente un’operazione di marketing “a regola d’arte”.