Giovedì, 25 Aprile 2024

‘A lira fa ‘o ricco, a crianza fa o signore: il Galateo parla napoletano

Si può mangiare la pizza con le mani, l’uomo non deve necessariamente pagare la cena e gli audio su WhatsApp è meglio evitarli (poi se superano il minuto e mezzo sono illegali in 34 Paesi nel mondo): queste sono alcune delle regole del Galateo, il bon ton che si evolve ed è sempre attualissimo, tanto da avviare un corso anche a Napoli, dove la regola sembra invece la trasgressione a tutti i costi.

La “crianza”, nell’accezione piena del termine, è la mission dell’ Accademia Italiana Galateo, la prima del suo genere in Italia per lo studio, la ricerca e la formazione sul cosiddetto saper vivere,  che apre una nuova sede a Palazzo Zapata a Napoli con tanto di corso per neofiti delle buone maniere.

Imparare il Galateo è davvero importante: non è solo questione di etichetta e roba da nobili schizzinosi con il mignolino alzato. Le buone maniere possono fare la differenza in tutte le relazioni, specialmente di questi tempi in cui – diciamoci la verità – siamo diventati tutti più maleducati e pure un po’ più rancorosi.

Oggi più che mai è importante conoscere le regole del Galateo. Non è solo questione di gomiti sul tavolo o di posizioni delle forchette a cena. Si tratta proprio di insegnare il rispetto per gli altri e imparare a dire quello che si pensa in maniera giusta e adeguata al contesto. Imparare le regole del Galateo significa avere la capacità di sapersi destreggiare in tutte le situazioni e allo stesso tempo avere la possibilità di rovesciare quelle più scomode”, spiega Shubha Rabolli, vice presidente dell’Accademia Italiana Galateo

Che è una vera e propria scuola di buone maniere, dove si impara a campare perché, come direbbe la buonanima di mia nonna, ‘A lira fa ‘o ricco, a crianza fa o signore (per quelli da Caianello in su: la lira fa il ricco, ma la creanza - la buona educazione -  fa il signore).

Saranno delle vere e proprie lezioni dove si imparerà a destreggiarsi con eleganza e disinvoltura in ogni situazione, evitando lo stress dell’improvvisazione, le cadute di stile e le figure di “quella cosa marrone biologica che non si può dire perché non è elegante”.

Saranno dieci lezioni alla fine delle quali ci trasformeremo in perfetti gentiluomini o perfette gentildonne e, a proposito di genere,  l’esperta di bon ton specifica: “L’uomo non è più obbligato a pagare quando è a cena con una donna. Il Galateo si adatta ai tempi e perciò dobbiamo evitare qualsiasi ragionamento legato alla logica di genere. La distinzione per il conto a cena non è tra uomo/donna ma è tra chi invita e chi viene invitato. La regola è chiara: il conto lo paga chi invita”.

Shubha Rabolli, responsabile delle lezioni di dress-code e business etiquette dell’Accademia, non ha dubbi: “Sapersi adeguare al contesto diventa importante in ogni tipo di relazione. La base delle buone maniere è l’accoglienza. Non bisogna inoltre essere mai essere egocentrici e bisogna sempre mettere a proprio agio i nostri interlocutori. Molte volte si pensa che le regole del Galateo possano in qualche modo togliere autenticità alle relazioni. Credo invece che le buone maniere possano essere lo strumento per dire sempre quello che si pensa”.  

Nel 1501 fu Messer Giovanni della Casa nel suo Galateo overo de’ costumi a scrivere per primo di buone maniere e da allora di cose ne sono cambiate.

Siamo passati dai manoscritti in latino ai post sui social. 

Il principio base della buona educazione sul web è semplice: valgono le stesse regole che nella vita normale. Quando offendiamo qualcuno sui social  siamo sicuri che lo avremmo fatto pure dal vivo? Quindi non bisogna essere mai offensivi e porre il rispetto come base unica per ogni comportamento. Eviterei pure le chat di gruppo, gli audio su WhatsApp e i gattini con il buon giorno. È necessario evitare il superfluo nella comunicazione. Si tratta pur sempre di rispetto dei tempi altrui” continua Shubha Rabolli che sarà tra i docenti del corso di buone maniere in partenza a Napoli.

E come non farsi chiarire dall’esperta di crianza alcuni punti fondamentali per il bon ton in chiave partenopea? Ecco dunque la domanda delle domande: la pizza possiamo mangiarla con le mani?

L’esperta non ha dubbi: sì, possiamo usare le mani per mangiarci una bella Margherita con mozzarella di bufala (un capitolo a parte andrebbe dedicato a chi non mangia il cornicione ma questa è un’altra storia!).

Secondo il Galateo il pane – e in generale tutti  lievitati - andrebbero mangiati con le mani e mai tagliati con il coltello: si tratta di un alimento sacro, legato alla tradizione cristiana del corpo di Cristo.

Dopo la bella notizia della pizza con le mani arriva però il divieto perentorio della scarpetta ammessa solo in situazioni informali tipo il pranzo della domenica da mammà.

Quindi il pane non si inzuppa a meno che la domenica mattina non passiate davanti al pentolone del ragù che pippea e armati di cucchiarella non ci bagniate il cuzzutiello (proporrei per questa pratica una candidatura nel Patrimonio Unesco).

E a proposito di lingua napoletana Shubha Rabolli conclude: “Non è scortese parlare in napoletano a patto di non escludere nessuno. La regola di bon ton fondamentale è usare sempre buon senso e quindi dialetto sì, quando tutte le persone presenti lo possono comprendere però”.

Quindi possiamo parlare in napoletano, mangiare la pizza con le mani e ricordare sempre di accogliere e rispettare chi abbiamo davanti.

Perché ve lo avevo detto: il Galateo non è roba da schizzinosi nobili con la erre moscia ma è questione di rispetto e attenzione verso il prossimo.

E francamente messo così il Galateo dovrebbe tornare di moda. 

PIÙ INFORMAZIONI

Accademia Italiana Galateo

CORSO DI GALATEO BUONE MANIERE

A partire da martedì 4 ottobre  dalle ore 18 alle ore 19.30

MUSAP - Palazzo Zapata  -  Piazza Trieste e Trento

Per info:

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tel. 3348068122

sito web: https://www.accademiaitalianagalateo.it

Giovanni Salzano
Author: Giovanni Salzano
Esperto di social media management, cura la rubrica di opinione Società.

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