Venerdì, 26 Aprile 2024

Salute: costruire presidi inclusivi per le persone trans

Mondo LGBTI e salute, siamo lontani anni luce dal raggiungimento di diritti, sia pure elementari. “Molte persone transgender ancora oggi preferiscono trascurare i propri problemi di salute e quindi non curarsi, piuttosto che subire un trattamento stigmatizzante all’interno di strutture, che non sono, purtroppo, preparate ad accoglierle”.

A denunciarlo è Ileana Capurro, presidente dell’Associazione Transessuale Napoli (ATN), che, insieme al gruppo CCA nisciun è FESSA, ha prodotto l’opuscolo “Per un approccio trans-inclusivo alle pratiche di tutela della salute sessuale e riproduttiva”, la cui presentazione è in programma domani a Napoli.

Cosa succede se una persona trans vuole abortire?

“Il progetto – spiega la Capurro – è frutto di un lavoro durato più di un anno. Un lavoro fatto di analisi e di osservazione sul campo. Abbiamo visto, ad esempio, che il collettivo con cui stiamo collaborando, CCA nisciun è FESSA formato soprattutto da ragazzi, aveva intercettato varie richieste di informazioni sull’aborto di persone in transizione”. Uno degli obiettivi dell’opuscolo – che sarà distribuito nei principali presidi sanitari, ospedalieri e consultori pubblici – è quello di diffondere un approccio inclusivo, quindi non stigmatizzante, nell’accesso alla salute, in particolar modo sulle modalità di aborto, nella presa in carico di persone che stanno facendo o hanno concluso la transizione.

Promuovere una presa in carico non stigmatizzante 

Il concetto è molto semplice: anche chi ha caratteristiche genitali femminili ma ha iniziato o anche portato a termine il suo percorso verso la mascolinità, potrebbe trovarsi ad affrontare una gravidanza. Ma cosa succede se decide di abortire? “Il problema è che le nostre strutture non sono preparate ad affrontare la cosa. Non è solo un problema sostanziale ma anche di approccio e presa in carico”, sottolinea Ileana Capurro.

Ecco alcune buone regole contenute nel vademecum pubblicato dalle associazioni: a partire dall’accoglienza, medici, operatori sanitari, infermieri, chiunque venga in contatto con la persona transgender, ha il dovere di rispettare la sua privacy. Anzitutto, si tratta di capire in che modo, quindi con quale genere, vuole essere nominata, soprattutto in pubblico.

Cambio anagrafico: un percorso prima di tutto psicologico

Anche il linguaggio deve essere calibrato e questo vale sempre, ovvero ogni volta che una persona trans entra in un servizio pubblico. “Potrebbe accadere ad esempio – dice la presidente di ATN – che si abbia un documento ancora al maschile ma la persona stia di fatto transitando a donna e vuole essere appellata al femminile”.

Ricordiamo che per ottenere il cambio anagrafico, cioè modificare i propri connotati sul documento, non è necessario l’intervento di transizione. Bisogna seguire invece un percorso psicologico ed endocrinologico, presentare una istruttoria e un certificato medico che dimostri l’acquisizione di un equilibrio psico-fisico. “Un percorso che può essere molto pesante e durare complessivamente anche un anno e mezzo – conclude la Capurro – alla fine del quale si esprime un giudice con una sentenza”.

La presentazione dell’opuscolo alla comunità gender

La presentazione dell’opuscolo “Per un approccio trans-inclusivo alle pratiche di tutela della salute sessuale e riproduttiva” si svolgerà domani, venerdì 26 maggio, alle ore 18 in Largo Banchi Nuovi. Ci saranno le dottoresse Chiara Graziadio (specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, AOU Federico II di Napoli) e Alessandra Delli Veneri (psicologa psicoterapeuta, Consultorio Incontra di Portici - Asl Napoli 3 Sud), in rappresentanza delle uniche due realtà ospedaliere che in questo momento a Napoli stanno lavorando per la costruzione di buone prassi e di presidi trans-inclusivi. Con loro interverranno anche Nunzia Verde (specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Dottoranda di Ricerca presso AOU Federico II di Napoli) e Paolo Valerio (presidente onorario Centro Sinapsi). A seguire djset e socialità transfemminista; in console Marylou Dj (ATN - Transia).

Per maggiori informazioni e approfondimenti scarica l’OPUSCOLO

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Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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