Mercoledì, 24 Aprile 2024

Caritas: Campania prima per reddito di cittadinanza, ultima per occupazione femminile

La Campania è la regione con il maggior numero di nuclei percettori del reddito e della pensione di cittadinanza: a giugno 2022 il 22% delle prestazioni in Italia sono state erogate nella nostra regione, seguita da Sicilia (19%), Lazio (10%) e Puglia (9%).

È quanto emerge dai dati raccolti nel Dossier regionale sulle Povertà 2022, realizzato dalla Caritas Campania, presentato questa mattina all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Un dossier che segue il rapporto nazionale pubblicato qualche settimana fa e che indica tra i territori più fragili proprio la nostra regione. In particolare, il rapporto riprende i dati forniti dall'Istat su un'incidenza della povertà assoluta che, dopo aver toccato un massimo storico nel 2020, non ha segnato alcun miglioramento nel 2021 e si avvia ad aumentare nel 2022 a seguito dell'impatto della crisi energetica.

Tornando al reddito di cittadinanza, il numero di nuclei familiari per i quali è stata attivata la misura in Campania è di 335.261, per un totale di persone coinvolte pari a 842.442. La regione ha anche il record dell’importo medio mensile più elevato che si attesta 619,42 euro.

Si tratta di un dato che va letto in relazione a quello della disoccupazione. Dall’analisi dei bisogni emerge infatti che il problema lavoro continua a pesare in modo notevole  sull’economia regionale. Secondo i dati Eurostat si registra un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni del 41,3%, a fronte di un tasso in Italia del 58,2% e un tasso medio per l'Ue a 27 Stati membri del 68,4%.  E sono giganteschi i divari territoriali in Italia. Solo per fare un esempio, la provincia di Bolzano registra un tasso di occupazione pari al 70,7%, che equivale a  quasi trenta punti percentuali in più della Campania.

 

Il tasso di occupazione femminile: la Campania è ultima

E purtroppo la condizione della donna è ancor più penalizzata a livello regionale. Se la questione riguarda tutte le regioni del Sud, dove risultano occupate meno di una donna su tre (il 33,0%) nella fascia tra i 15 e i 64 anni, a fronte di una media Ue del 63,4% e una media italiana del 49,4%, in Campania il tasso di occupazione femminile è pari al 29,1%.  Se nella media europea la percentuale delle occupate con un diploma di laurea è dell'82,5%, in Italia si ferma al 76,4%, mentre in Campania crolla addirittura al 64,0%.

Svuotamento del territorio: da Napoli il maggior numero di partenze

Da registrare un forte svuotamento del territorio. Si è passati dai 5.869.965 abitanti dell’1 gennaio 2015 ai 5.590.681 dell’1 gennaio 2022, per una differenza pari a 279.284 abitanti in 7 anni. La regione del Mezzogiorno da cui si parte di più è proprio la Campania (29% delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (24%) e Puglia (18%). La provincia del Mezzogiorno da cui si registrano più partenze verso il Centro-nord è Napoli in termini assoluti (15% del totale delle partenze).

Per comprendere quanto le migrazioni stiano impoverendo il territorio, occorre evidenziare che il contingente di emigrati meridionali che abbandonano la terra di origine per stabilirsi in una regione del Centro o del Nord è composto prevalentemente da giovani in età attiva. Nel 2020, quasi due immigrati su cinque hanno un’età compresa tra 25 e 34 anni. Sulla rotta inversa questa quota si riduce a uno su cinque. Inoltre negli ultimi dieci anni, il 41% dei cittadini italiani di 25-34 anni partiti dal Mezzogiorno verso il Centronord sono in possesso di almeno la laurea; uno su tre, invece ha il diploma.

Nello stesso periodo sono aumentati anche gli espatri soprattutto di giovani con un titolo di studio universitario. Le giovani risorse qualificate provenienti dal Mezzogiorno costituiscono dunque una fonte di capitale umano per le aree maggiormente produttive del Nord e del Centro del Paese, nonché per i paesi esteri, impoverendo di conseguenza il nostro territorio.

Speranza di vita: ridotte le aspettative

Tra i dati che emergono dalle fonti ufficiali di particolare rilevanza quello relativo alla speranza di vita, stimata alla nascita in Campania nel 2021 pari a 78,3 anni per gli uomini ed a 82,9 anni per le donne, mentre il valore nazionale è di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 anni per le donne. La Campania che viene fuori dalla pandemia, benché sia la regione che in rapporto alla popolazione abbia registrato meno decessi, presenta uno stato di salute poco  incoraggiante. Le aspettative di vita si sono ridotte ed è la più colpita a livello nazionale, perdendo 1,2 anni rispetto al 2019.

Donatella Alonzi
Author: Donatella Alonzi
Giornalista professionista e videomaker. Animalista convinta, mamma di Lucia e di Bella, la sua buffa cagnolina.

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