Antonella Prisco: Mariella tradita da Guido, ma madre lucida per Lollo
Il dolore di una donna tradita, un’unione che si rompe inaspettatamente con i tutti i suoi strascichi, le difficoltà di una separazione in cui si sono dei figli da salvaguardare. Sono questi i temi sociali portati in scena in questo momento da Antonella Prisco, che da circa 10 anni veste i panni di Mariella di Un Posto Al Sole, la simpatica vigilessa e mamma del piccolo Lorenzo, che noi tutti abbiamo imparato a conoscere e amare.
L’attrice napoletana, impegnata sempre su più fronti a teatro, ci svela, senza nascondere una certa dose di soddisfazione, come stia evolvendo il suo personaggio: «Siamo assistendo a una grande svolta per Mariella, finora sempre personaggio leggero ma anche caratterizzato da grande umanità. È il suo momento».
Partiamo dalla situazione attuale, state toccando un tema caldo come quello della separazione. Come lo stanno affrontando Mariella e Guido soprattutto nei riguardi del figlio?
Lui è andato via di casa. Da quello che stiamo vivendo e dalla lettura delle prossime scene mi piace molto il modo in cui si è deciso di mettere in scena questo tema, dimostrando una grande attenzione verso il bambino coinvolto nella separazione di Mariella e Guido, rispetto all’impatto che tutto questo può avere sull’anello debole della famiglia. La coppia, a parte un piccolo qui pro quo, affronterà questo momento con la dovuta cautela, cercando di non farsi la guerra.
Pensa che sia un modo realistico di raccontare questo argomento?
Stiamo ricevendo un discreto riscontro. In tanti mi scrivono dicendo di rivedersi nelle dinamiche della coppia, del resto, prima i due erano in crisi, c’erano dei segnali. Molte donne si rispecchiano nel dolore di Mariella, alla quale esprimono solidarietà, perciò credo che sia un racconto effettivamente realistico.
Secondo lei, perché Guido e Mariella sono scoppiati?
Per molto tempo, Mariella è stata vista come una rompiscatole, era pesante con Guido, che, a sua volta, dopo il ricovero, aveva vissuto delle difficoltà. Lei era solo molto in apprensione nei confronti del marito, aveva paura di perderlo. In realtà, questa situazione aveva scatenato una forte insofferenza in Guido, si sentiva il fiato sul collo della moglie. Qualcuno ha detto che lei se lo è meritato, fatto sta che in tanti non si aspettavano questo comportamento da un personaggio come Guido, anche il pubblico è rimasto un po’ spiazzato. Del resto, la crisi di mezza età può arrivare anche per i più buoni e pigri come lui.
In dieci anni di Un Posto Al Sole, c’è stata una prova più difficile da affrontare o un momento che ricorda in maniera particolare?
Quest’ultimo periodo è stato sicuramente il più impegnativo per me: finora Mariella ha sempre vestito i panni della leggerezza, vivendo scene di commedia pura, anche quando aveva il ruolo dell’amica fidata. Ora, siamo di fronte a una svolta: questa donna sta vivendo anche momenti drammatici, ha perso l’uomo della sua vita, lei lo ama ancora, se lo riprenderebbe in casa, perdonandogli il tradimento. Io ho cercato di calibrare a livello attoriale, ci sono andata con i piedi di piombo per non tradire le aspettative del pubblico e devo dire che mi sto prendendo delle soddisfazioni…
Dunque, è contenta di questa svolta?
Sì, sono molto grata di questa occasione perché ho finalmente la possibilità di dare altre sfaccettature al mio personaggio, che nasce come leggero ma che ha sempre avuto una sua autenticità e umanità al punto tale che ora quello che stiamo vedendo risulta molto naturale.
Si sente più simile alla “vecchia” Mariella o a quella “nuova”?
Mi rappresentano entrambe. In entrambi i volti di Mariella c’è dell’umanità: c’è in me, come può esserci in tante altre donne che mi scrivono, quella donna che vive la vita con leggerezza e ironia, ma questo non significa minore intensità o incapacità di capire la gravità di certe situazioni. Anche Mariella ora si trova a vivere eventi forti, inaspettati, traumatici.
Che bilancio trae da questo decennio sul set napoletano?
Sono molto soddisfatta, sono contenta di far parte di questa squadra che sento come casa. Credo che far crescere un progetto del genere sia una grande soddisfazione, anche questa continuità non è una cosa scontata, la gratitudine che si prova condividendo questa esperienza non ha prezzo.
C’è un altro tema sociale che vorrebbe portare in scena con il suo personaggio?
Anzitutto, continuare a sviscerare il tema della maternità con le sue sfide: l’avventura di essere madre sul set, che in parte avevo già fatto con il primo figlio di Guido, Vittorio, va di pari passo alla mia esperienza personale. La crescita di un bambino, con le sue esigenze, ti porta a rimetterti sempre in gioco come madre e come persona, i tuoi cambiamenti vanno di pari passo con il mutamento delle dinamiche familiari. Credo sia molto stimolante farlo con un prodotto che, a suo modo, oltre a piacere al pubblico, può anche sollevare un dibattito e essere un motivo di confronto proprio tra genitori e figli.
A parte il set di Palazzo Palladini, ci sono altri progetti artistici per lei?
Continua a teatro la tourné “Streghe da marciapiede”, progetto condiviso con le colleghe di set Miriam Candurro, Gina Amarante, Luisa Amatucci, e con Giuseppe Romano, ovvero Castrese, per la regia di Stefano Amatucci. Il prossimo appuntamento è alla Reggia di Portici il 28 settembre alle ore 21. In più, anche quest’anno sarò a teatro con lo spettacolo “Cambiamenti”, da me scritto e interpretato, a cui tengo molto e che mi permette di interagire con il pubblico. Ci sono altri progetti, ma finché non sono sicuri, meglio non svelarli per scaramanzia.