Jan Fabre a Napoli con due installazioni permanenti
Due preziose opere d’arte arricchiscono la Real Cappella del Tesoro di San Gennaro e la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, a Napoli. Sono Per Eusebia e Il numero 85 (con ali d’angelo), due installazioni permanenti dell’artista fiammingo Jan Fabre, realizzate grazie alla donazione dell’artista stesso insieme a Gianfranco D’Amato e Vincenzo Liverino.
L’allestimento, a cura di Melania Rossi, porta Per Eusebia al Duomo di Napoli, nella Cappella dedicata al Santo Patrono della città, accanto a opere pittoriche di Domenichino e Lanfranco, a più di cinquanta sculture e statue di santi compatroni e ai quattro quintali d’argento dei cosiddetti Splendoridella Cappella del Tesoro di San Gennaro.
La seconda scultura, Il numero 85 (con ali d’angelo), occupa invece una nicchia a sinistra dell'altare della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, contribuendo a sottolineare l’aura mistico-sacrale dell’ambiente circostante.
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Per Eusebia (2022) è un mirabile pannello completamente realizzato in un cesellato mosaico di corallo rosso del Mediterraneo, allestitonell’Antisacrestia in cui sono custodite le chiavi che aprono la cassaforte contenente l’ampolla con il sangue di San Gennaro, oggetto di culto e devozione popolare.
L’artista ha scelto di richiamare l’inizio della storia di questo culto ricordando la pia donna, parente o nutrice del Santo, che per prima ne raccolse il sangue dopo il martirio nel 305 d.C.: ancora una volta un omaggio, come in altre opere di JanFabre, a donne che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia collettiva o nella sua personale.
Il numero 85 (con ali d’angelo) (2022) è un’altra scultura in corallo rosso del Mediterraneo che non poteva che essere concepita per la chiesa napoletana delle Anime del Purgatorio ad Arco, in cui Fabre sembra essere entrato in sintonia con quelle rappresentazioni di morte in vita e della vita in morte che sono l’anima del barocco napoletano. L’opera, che sembra una diretta discendente di un’altra scultura custodita nella chiesa, il cosiddetto Teschio Alatorealizzato da Dionisio Lazzari per l’altare maggiore nel 1669, è composta da un teschio umano da cui lati spuntano delle lunghe e affusolate ali; sulla fronte il numero 85, il cui significato numerologico è da ricondursi alle anime del Purgatorio, e che stabilisce un contatto diretto con il culto dei morti, o meglio delle anime. L’opera è una sorta di meditazione anatomica in cui si può cogliere la forma della vita che si disfa in altre forme viventi, rivelando la grande passione per la trasformazionedi questo visionario artista-entomologo fiammingo, costantemente in bilico tra Bosch, Artaud e Cuvier. Ma è anche un invito a un viaggio iniziatico, a un innalzamento purificativo, richiamato dalle ali tese verso l’alto, che augura la guarigione dell’anima e segue l’idea ascensionale dello stesso Dante Alighieri nel Purgatorio della Divina Commedia.