Un tesoro di luce e foglie all’Orto Botanico di Napoli
Un corpus inedito di sette opere di grandi dimensioni che hanno come soggetto la flora mediterranea, in perfetta armonia con il luogo che ospita il progetto espositivo. “Un tesoro di luce e foglie”, la mostra di Danilo Ambrosino, a cura di Alessandra Pacelli, sarà inaugurata sabato 24 settembre 2022 alle 10, nella Serra Monumentale dell’Orto Botanico di Napoli dove resterà fino al prossimo 7 ottobre.
Un dialogo fra meraviglie vegetali e tradizione pittorica
Palme, cactus, bambù, agavi, filodendri sono i protagonisti dei dipinti di Danilo Ambrosino. “Un tesoro di luce e foglie” è il racconto di un giardino incantato dove lo sguardo del visitatore è catturato dall’oro. L’oro che trasforma le piante in icone, l’oro che esalta la lucentezza. Tutte le opere sono infatti realizzate con la tecnica di fusione di smalti che si stagliano su un fondo in foglia d’oro.
“Un richiamo alla grande bellezza di stucchi e ori delle nostre cattedrali – spiega Alessandra Pacelli - C'è Bisanzio e c'è il mondo arabo, c'è la pittura rinascimentale coi suoi ori che tutto congelano nel tripudio dell'ascesi, e c'è il Pop del sentire contemporaneo, con il gusto del dettaglio esaltato a prendersi la scena. E c'è il riconoscimento dell'intelligenza delle piante, il loro immutato attraversamento di secoli e geografie, il sapersi mostrare sempre seducenti, in un racconto poetico che non conosce sazietà. La natura morta cede il passo ai trionfi floreali, la pittura si fa portavoce di ecologismo non più dolente ma gioioso, che riconosce alla pianta il ruolo di primadonna che sa opporre la propria grazia allo sfinimento del mondo”.
È un dialogo costante tra le meraviglie vegetali dell’Orto, che per le sue varietà è tra i più importanti d’Italia, e la tradizione pittorica che si concretizza nella visione contemporanea della Natura Morta. Le piante sono ritratte nella loro specificità e proiettate in un mondo onirico.
“Quello che qui si racconta – continua Pacelli - è una tensione verso il mondo mediata dal sogno, con figurazioni che si aprono alla leggerezza, in una studiata semplicità che sa scendere nel profondo. Il mondo reale non abbraccia solo quello che l'artista vede o sente, ma anche quello che ricorda e che immagina. I dipinti allora diventano un processo di traduzione della memoria e delle emozioni, che riguarda il mistero dei mosaici, lo stupore degli erbari, gli affanni delle visioni surrealiste, il ritmo sfrenato della natura che incalza. Visioni botaniche, memorie, apparizioni, sono parte fondamentale di queste opere fatte di segni precisi annegati in ampi laghi d'oro. Ogni quadro, come i tasselli di un mosaico affatato, va a comporre un unico grande paesaggio interiore. E alla fine non conta più quali siano le piante ritratte, ma la loro capacità di farsi specchio di suggestioni, varco per un altro mondo possibile”.
Il progetto è pensato come mostra itinerante: la prossima tappa è all’Orto Botanico di Palermo dove arriverà il 4 novembre 2022.
LEGGI ANCHE | Freedom Fighters: i gladiatori di Danilo Ambrosino al Parlamento Europeo | Dai gladiatori alla clorofilla
GUARDA | L’arte innovativa di Danilo Ambrosino