Il gioco dello scoppiamento (e altri progetti) del Théatre de Poche
L’amore è casuale o è frutto del destino? Due persone stanno insieme perché si scelgono o semplicemente perché capita? L’anima gemella esiste o è una nostra proiezione? Per non scoppiare, ferendo se stessi o gli altri, non è forse meglio scoppiarsi? La verità è che non esistono verità nella scivolosa materia delle relazioni di coppia. Il dubbio resta l’unica certezza. E poi nel teatro non esiste l’happy end.
Ce ne parla l’attore Giovanni Meola che ha firmato la regia dello spettacolo “Il gioco dello scoppiamento”, messo in scena a fine corso dagli allievi di teatro del Théatre de Poche, tra i laboratori più impegnati a Napoli nell’ambito della formazione attoriale, aperto anche a non professionisti.
Un fitto intreccio di storie di coppie e di conflitti, di amori votati all’insuccesso, tranne uno che finisce con un matrimonio, nato da un incontro casuale (o forse predestinato?) mentre lei era diretta a un negozio, lui alla sua auto. Ma quanto durerà questa unione? Sembra suggerire il “criptico” finale.
La rappresentazione, ospitata nella piccola sala teatrale di Via Salvatore Tommasi il 26 e il 27 luglio scorsi, ha visto la partecipazione di 15 aspiranti attori, di cui solo 3 con precedenti esperienze. “Eppure nessuno se ne è accorto, per quanto hanno padroneggiato la scena”, commenta Meola, che insegna recitazione e improvvisazione all’interno del Théatre de Poche sotto la direzione artistica degli attori Peppe Miale, Massimo De Matteo e Sergio Di Paola.
“Una drammaturgia spuria, figlia del lavoro dell’intero anno accademico di studio, improvvisazioni, esercizi, scritture, traduzioni e riscritture. E di tanto impegno, attenzione, creatività”. Così Meola, già curatore della suggestiva rassegna Teatro alla deriva, commenta “Il gioco dello scoppiamento”, specificando che il testo finale è il frutto di una vera e propria collaborazione con tutto il gruppo di lavoro “tra brani scritti dagli allievi, aggiunte, adattamenti e poesie di grandi autori, come Alda Merini, Kavafis, Fernando Pessoa, Wislawa Szymborska”.
In scena: Emanuele Anastasio, Morgana Autiero, Christian D'Agostino, Ludovica d'Ambrosio, Rosa Maria De Vita, Caterina Di Bella, Grazia Gala, Piera Giannattasio, Jonathan Iovinella, Rosaria Lumino, Davide Nazzaro, Patrizia Odorino, Mario Russo, Mattia Sorice, Laura Tassaro, Giancarlo Lobasso (voce narrante).
Un lavoro corale che viene da un particolare modo di lavorare del Théatre de Poche, spiega il docente Giovanni Meola: “Qui non si misurano solo con la recitazione ma vengono stimolati anche dal punto di vista della scrittura. Molte delle scene sono state pensate da loro e poi cucite da me per dare al tutto un fil rouge. Alcuni hanno addirittura tradotto poesie e citazioni in dialetto napoletano. Ci siamo tutti dati un bel da fare”.
Un risultato importante, non solo per la bellezza del “prodotto finale”, realizzato per lo più da non professionisti, ma anche per come lo spettacolo è stato messo in scena: “In un momento ancora caratterizzato da alti contagi Covid, abbiamo provato con le dovute precauzioni per tutto il tempo della pandemia. Cosa da non sottovalutare considerando che quasi tutte le scene sono estremamente fisiche”.
E infatti, una cifra stilistica della regia di Meola è proprio la forte fisicità che ha a che fare con la consapevolezza che ognuno deve avere del proprio corpo e della sua forza di parlare, al di del logos.
“Non che le parole non siano importanti – spiega il regista napoletano – ma anche il corpo sa parlare, noi diciamo tantissimo con i nostri movimenti fisici. Quello che mi fa piacere e mi inorgoglisce è che tutti si sono fidati di me e ho visto tantissimi progressi nei miei ragazzi”.
Alcuni veramente bravi usciti dal Théatre de Poche sono poi diventati delle giovani promesse del teatro: “Qui trattiamo tutti allo stesso livello, non esistono dilettanti allo sbaraglio, come ha dimostrato l’ottima riuscita dello spettacolo Il gioco dello scoppiamento”. E chissà che questa suggestiva narrazione per immagini non possa, un giorno, trasformarsi in un film.
Il Théatre de Poche
Attivo ormai da circa 20 anni, il Théatre de Poche (Via Salvatore Tommasi 15/16) è lo spazio teatrale, sotto la direzione artistica degli attori Peppe Miale, Massimo De Matteo e Sergio Di Paola, propone corsi di recitazione, improvvisazione teatrale, regia, canto, dizione, mimo, clownerie, commedia dell’arte, movimento corporeo, storia del teatro.
Gli insegnanti del Théatre de Poche sono attori, autori, registi, mimi, clown, cantanti e danzatori costantemente presenti sui cartelloni dei più importanti teatri nazionali ed internazionali. Sono loro ad essere parte integrante del percorso, insieme ai principali protagonisti della scena teatrale nazionale
Sono i due corsi che ripartiranno con ogni probabilità in autunno: uno “After Hours” dedicato alle persone che lavorano e che hanno una disponibilità di tempo limitata, in programma due volte a settimana; l’altro “E-laboratorio Accademico” che, in sostanza, richiede un maggiore impegno, essendo previsto per 4 giorni a settimana.
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