L’ultimo di sette: tutti gli uomini della Zilli
Voce dallo stile inequivocabile, scrittura di un autore, maturo, che ne ha fatta di strada.
Invece “L’ultimo di sette” (252 pag., 17 €, Rizzoli) è il primo romanzo di Nina Zilli, al secolo Maria Chiara Fraschetta. Un racconto dal cuore pulsante, dallo stile semplice, ma diretto. Un “botta e risposta” che rende la lettura frenetica, palpitante, che non manca di farci amare i protagonisti della storia.
Le scene si intrecciano toccando argomenti profondi come l’elaborazione del lutto, ma aprono anche sipari più leggeri come l’ispirazione in campo artistico e la ricerca del proprio destino.
L’amore, il fato, i sentimenti sono come i versi delle canzoni della famosa cantautrice, si alternano sul pentagramma musicale, generando emozioni forti e travolgenti.
I giorni sono sette che si susseguono accavallandosi, ma non privi di passione e riflessioni. Anna è la protagonista: istinto, energia pura, eleganza e creatività. È una giovane artista, bella, sempre il giro per il mondo con le sue opere. Ha una lunga relazione con Marco, priva ormai di entusiasmo e complicità.
Quando incontra Raffaele, talentuoso trombettista jazz, scoppia tra loro un’attrazione travolgente, che si concentra in una sola notte.
In un gioco d’incastri molto efficace, entrano ed escono dalla storia altri personaggi: Rita (che ha un segreto inconfessabile), Alberto (che sta riscoprendo l’amore grazie a Luca), lo stesso Marco, Sandra (una cantante soprano che non vuole sentir parlare di avere un altro figlio) e sua madre Rita. I personaggi maschili hanno un sapore vagamente autobiografico.
Il romanzo è suddiviso in sette capitoli. Come si può immaginare l’ispirazione viene anche dal mondo della musica da artisti come: Nina Simone, Dinah Washington, Ella Fitzgerard, Billie Holiday, Etta James, Sarah Vaughan oltre a Chet Baker, Miles Davis, Bob Marley, Peter Tosh, Jim Morrison, Faith No More. Numerose pure le citazioni di romanzi e film, dall’Insostenibile leggerezza dell’essere a James Bond e Pulp Fiction. Ma anche D’Annunzio, Madonna e Lucio Dalla.
Nina Zilli, sempre in corsa, dopo dieci anni abbondanti di successi (la sua prima hit, 50mila, risale al 2009), avrebbe potuto fermarsi e godere la sua “comfort zone”, continuare a cantare, scrivere canzoni, presentare programmi televisivi, ma uno spirito inquieto non si ferma facilmente. Così, durante il lockdown, è nato questo romanzo nei pensieri della cantante già da diversi anni. Romanzo di formazione, si dice in questi casi, molto ben costruito e basato su una tecnica di scrittura per niente banale. Infatti bisogna prestare molta attenzione, l’intreccio delle scene genera emozioni.
Un romanzo che, pur non essendo un noir, porta il lettore a domandarsi cosa succederà nelle pagine successive. Il finale del libro è tutto da scoprire. Ragion per cui vi invitiamo a non perderlo!
Chiara, quando è nato questo romanzo e cosa ti ha spinto a scriverlo?
Ho già scritto in passato, il primo risale ai miei 18 anni, questo sarebbe stato il quarto romanzo iniziato e mai finito, e invece, la vita moderna ci ha strappato il tempo e il Covid ce lo ha restituito. Le canzoni sono altra cosa, nascono spontaneamente, la scrittura è un flusso che va lasciato andare, negli anni mi sono creata un film nella testa e sono riparita da dove l’avevo lasciato.
Nel libro c’è un po’ della mia vita, alcuni tratti caratteriali di amici, ex fidanzati, musicisti, gente della mia famiglia. Sono partita dai sentimenti che conosciamo tutti. Parte di me e del mio vissuto non solo personale, ma da essere umano.
Nel libro Anna ha una vita caotica. Ma è previsto un cambiamento, è importante?
Certe volte sì, dipende dal cambiamento. Pensa al battito della farfalla che dall'altra parte dell'oceano può diventare tsunami. Per cambiare e lasciarsi tutto alle spalle basta un piccolo passo avanti nel grande caos dell’universo.
Anna che cosa possiede dell’autrice?
Il coraggio! Mio nonno diceva che non avevo paura di niente! Nella vita ci vuole coraggio.
Cosa resta oggi della vita passata? Quella che si svolgeva nel bar di provincia?
Si è trasferita sui social, ma si prende troppo seriamente, dovrebbe essere come quella da bar dove ti fai le ossa, con sentimento goliardico. C’è nelle compagnie teatrali, c'è nella mia band. Si entra così dolcemente nelle vite degli altri.
Hai imparato a selezionare le buone idee?
Ci sto lavorando.
Resti lo spirito libero che non si spaventa davanti a nulla di sempre?
Assolutamente sì. Sento un peso sulle spalle che prova a trascinarmi giù ma io cerco di rimanere leggera.
Hai un libro che ti ha ispirato?
Tutti quelli di Buzzati.
Le coincidenze, filo conduttore di tanta parte del romanzo, perchè?
Il libro è un continuo interrogarsi tra il caos e la predestinazione della vita. Sulle scelte fatte e su quellle sbagliate. Mi piace pensare di essere nata per cantare e scrivere. La forza è pensare di essere predestinati per fare qualcosa, ma anche il destino è importante. Accompagnato dalla forza di volontà. Quella non deve abbandonarci mai!