“Oggi è inevitabile che una persona che vive d'arte faccia di questo anche un impegno civile e sociale”. Lo pensa l’artista napoletano Maurizio Di Martino, tra quelli che hanno deciso di mettere a disposizione la loro arte per l’undicesima edizione del Premio Responsabilità Sociale “Amato Lamberti”, in programma sabato 21 settembre 2024 a partire dalle ore 18 nel Complesso di San Lorenzo Maggiore (Sala Sisto V).
Un’opera per accendere i riflettori sul genocidio a Gaza
La sua opera “Oh bambini mascalzoni di Gaza”, ispirata all’omonima poesia di Khaled Juma, intende accendere i riflettori su quanto sta accadendo in Medioriente: “Anche perché la situazione è questa e non da poco tempo. Infatti, la poesia alla quale mi sono ispirato fa riferimento ai primi bombardamenti che ci sono stati. Non è certo un tema nuovo quello della guerra, ora è attuale perché succede ancora e purtroppo va sempre peggio. Il mio quadro, in particolare, parla di bambini, quelli a cui stanno negando il diritto al futuro”, spiega Maurizio. Che aggiunge: “Nel momento in cui mi si chiama per partecipare a un progetto del genere, accetto subito perché mi piace anche essere un po' parte integrante di qualcosa di più grande. Io credo profondamente nel valore sociale dell’arte”.
“Di base da sempre nella storia, l'artista viene visto un po' come lo stregone della situazione, quello che comunque prevede le situazioni che avverranno, il cui compito è comunicare agli altri sensazioni, punti di vista, svelare la sua o le sue verità. Quando penso al concetto di arte mi passa subito davanti dagli occhi tutta la storia, penso alle pitture rupestri delle caverne fino ad arrivare alla pop art. Insomma, tutta la storia dell'uomo è basata sull'arte”, sottolinea il pittore partenopeo, il cui linguaggio privilegiato è quello della pittura.
Il Premio Responsabilità Sociale “Amato Lamberti” 2024
Organizzato dall’Associazione Jonathan e dal Gruppo di imprese sociali Gesco con il coordinamento tecnico di ExitCom, il Premio sarà presentato dal giornalista Ettore De Lorenzo ed è accreditato come corso di formazione dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.
L’edizione 2024 ha i patrocini di: Regione Campania, Comune di Napoli, Ordine dei Giornalisti della Campania, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa.
Rivolto a personalità che si sono distinte per le loro azioni di resistenza civile e di impegno solidale, il Premio quest’anno sarà aperto dai saluti del presidente di Gesco Giacomo Smarrazzo e della responsabile di Jonathan Silvia Ricciardi, insieme alla moglie di Amato Lamberti, Roselena Lamberti.
Insieme alla targa, tutti i premiati riceveranno anche un’opera d’arte, generosamente donata da alcuni artisti di rilievo nazionale: Antonio Conte, Maurizio Di Martino, Giuliano Guariglia, Alessandro Leone, Daniela Pergreffi, Gennaro Regina, Roxy in the Box, Roberto Russo, Domenico Sepe, Spiff, Alfredo Troise.
In occasione della cerimonia del Premio Amato Lamberti 2024, tutte le creazioni saranno esposte negli spazi del complesso di San Lorenzo Maggiore.
L’artista napoletano Maurizio Di Martino
Maurizio Di Martino (Maudi) nasce a Napoli, nel 1975. Fin da bambino mostra la sua propensione al disegno e alle discipline artistiche. La sua formazione è prettamente scientifica, ma prediligendo comunque materie umanistiche e letterarie la sua ricerca si è evoluta naturalmente in campo classico; pur non frequentando scuole e ambienti legati al mondo dell’Arte, una volta diplomatosi ha da subito cominciato a lavorare nel settore pubblicitario come Illustratore, Grafico e Web Designer e lo ha fatto per i 15 anni successivi per diverse agenzie di comunicazione, facendosi apprezzare direttamente sul campo. In quel periodo non smette mai di dipingere e anche se per scelta decide di non esporre i propri lavori, si butta nella ricerca di un proprio stile, fino al momento in cui decide di concentrare tutto e definitivamente sul proprio “io artistico”, sperimentando diverse tecniche e altri mezzi d’espressione.
Senza mai perdere di vista quanto sia importante un’immagine per il pensiero e quanto conti la possibilità di realizzarla secondo le proprie intenzioni, fa riferimento al “De Anima” di Aristotele: “L’anima non pensa mai senza un’immagine”. Nel corso degli anni, quindi, ha iniziato a partecipare, dapprima saltuariamente e poi sempre più frequentemente, a diverse mostre collettive e organizzando personali. Ha sempre definito la maggior parte delle sue opere un setaccio dell’inconscio. Il risultato è la ricerca di uno spazio narrativo (dimenticato) all’interno del quale ogni essere umano può incarnarsi, “perché solo attraverso un’auto analisi e quindi attraverso una sorta di implosione l’uomo può ritrovarsi”.
In un sistema come quello di oggi che mette sempre più da parte “il sentire” e “l’ascoltare le voci di dentro” in sostituzione di una comune, e spesso superficiale visione di massa delle cose, cerca di riscattare e riaffermare l’individuo e ricordare a sé stessi che l’Io è parte integrante dell’Universo. Se l’osservatore riesce a seguirne i processi creativi, si apre uno spiraglio comunicativo indissolubile e pieno di strade, fatte di scambi e condivisioni, atte a riscoprire una visione rinnovata del mondo circostante, forse lontana dalla concezione oggettiva ma molto più vicina alla realtà di quanto si possa pensare.