Existenz: la babele della guerra
La guerra è una babele di lingue che dicono sempre la stessa cosa: orrore. E se noi la vediamo filtrata dalle immagini del piccolo schermo e dei social, non ne cogliamo l’essenza, che è quella della deprivazione totale, della riduzione al nulla.
Così fa una grande ed efficace opera di denuncia sociale la piéce “Exixtenz” andata in scena nella Sala Assoli il 7 e 8 luglio scorsi, per il Campania Teatro Festival. Cuffie con orecchie fotosensibili ai suoni hanno accompagnato gli spettatori nella comprensione del testo, in arabo e in tedesco, scritto dalla drammaturga 35enne Wihad Suleiman e diretto da Lydia Ziemke, in prima mondiale a Napoli. Una melodia alla chitarra introduce l’incontro di due donne e due uomini (straordinari Mohamad Al Rashi, Corinne Jaber, Amal Omran e Alois Reinhardt) su un campo di cenere, ridotti alla loro nuda esistenza. Hanno perso tutto: le persone che amavano, il mondo che conoscevano, i beni, i sogni. La piéce, ambientata nel passato, nel presente e nel futuro, conduce lo spettatore in un inferno dantesco, dove i corpi sono, allo stesso tempo, materia estrema ed estremo degrado, con personaggi che rappresentano, nei dialoghi e nei movimenti, la devastazione, la follia, la disperazione e il senso di solitudine e di delirio cui può portare la guerra.
La giovanissima sceneggiatrice riesce nell’intento immersivo in quello che non è un universo lontano o filtrato dai media, ma è un’esperienza comune, di abbrutimento e deprivazione, in cui tutti siamo a rischio di cadere. La guerra non è estranea a nessuno, sembrano dirci i protagonisti: è dentro e fuori di noi. È follia, è lingue che si incrociano e ripetono uguali lo stesso orrore, è percezione all’unisono della brutalità estrema cui ogni essere umano può arrivare.
Questa edizione del Campania Teatro Festival (che ha co-prodotto lo spettacolo) è stata all’insegna della denuncia sociale, valorizzando i temi dell’attualità e mirando a suscitare pensieri e riflessioni e non solo a intrattenere.
credits ph Giusva Cennamo – ag Cubo