Germano e Teardo straordinari con il loro Pasolini
Chiude con le parole di Pier Paolo Pasolini magistralmente interpretate da Elio Germano accompagnate dalla musica di Teho Teardo, la stagione del teatro Bolivar che vede la direzione artistica Nu’Tracks.
Una scommessa vinta la loro, che sono riusciti a portare nel teatro di Materdei una programmazione di qualità e a registrare il tutto esaurito con spettacoli di altissimo livello come “Il sogno di una cosa” che Germano e Teardo avevano già portato in scena con successo al Campania Teatro Festival di due anni fa.
Insieme l’attore (che suona anche in scena) con il musicista e compositore fanno rivivere il romanzo d’esordio di Pasolini, scritto prima dei suoi successi più noti come “Ragazzi di vita” e “ poi pubblicato successivamente, solo nel 1962. La storia è quella di un sogno andato male, una rotta balcanica all’incontrario di tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni che sognano la rivoluzione e affrontano il mondo con gli ideali del comunismo nel sangue. Tentano così di fuggire dall’indigenza della provincia di campagna in un’Italia post bellica immaginandosi la felicità in una Jugoslavia comunista che però si rivela tutt’altro che accogliente con i profughi e li rispedisce indietro, senza troppi complimenti. La giovinezza si consuma tra il sogno di una rivoluzione, le lotte politiche, e una vita di lavoro e di stenti che portano a morire di fatica. È un teatro sociale e politico quello che Germano e Teardo regalano al pubblico napoletano, insieme a un Pasolini meno noto che ci parla con le voci degli italiani di ieri per raccontarci anche dei sogni e delle speranze dei migranti di oggi: all’inseguimento degli ideali, di condizioni di vita dignitose, che finiscono con il rivelarsi invece solo illusioni di fronte a una società chiusa e fintamente democratica, ieri come oggi.