Imitation of life: quando la finzione è vita
Va sempre in controtendenza il Teatro Bellini di Napoli, quando propone in sala uno spettacolo unico, assordante e crudo come Imitation of life del grande regista ungherese Kornél Mundruczó, una delle guest star della stagione 2022 del teatro napoletano.
In controtendenza con un’idea di arte ispirata al puro edonismo, e che qui invece ci regala una delle piéce più straordinarie mai viste su un palcoscenico europeo. Che intrattiene, cattura lo sguardo e l’attenzione dello spettatore per quasi un’ora e mezza ininterrotta, muovendosi su una pluralità di media: palcoscenico/scenario che a un certo punto ruota su se stesso e crea caos; video che sono in realtà un racconto nel racconto, incastrato a maglie strette con ciò che accade sulla scena; sms sparati a lettere cubitali ai due lati del palco. La recita è in ungherese ma nessuno ci fa caso, non solo per i sottotitoli in italiano e inglese, ma soprattutto per l’intensità della narrazione, che prende spunto da un caso di cronaca per trasformarsi in una iper-realtà, vicinissima a noi.
A Budapest, nel 2005 (come spiegherà la scritta finale) un ragazzino Rom fu gravemente ferito con una spada da un ragazzo più grande, e salvato per il rotto della cuffia. La vicenda diede luogo a manifestazioni di piazza contro il razzismo, ma si scoprì – perché si costituì – che l’autore del tentato omicidio era in realtà anch’egli un Rom.
Mundruczó nello spettacolo vuole raccontare molte cose insieme: non solo il razzismo, ma anche la povertà estrema, l’emarginazione delle minoranze, la crudeltà di uno Stato che non tutela i più deboli, e la crisi di identità di un ragazzo che rinnega le sue origini umili, si cambia nome e cerca di cancellare la sua esistenza Rom.
La scena si apre con un video tra una donna avanti con gli anni che discute animatamente con un fantomatico agente immobiliare, preso di spalle, mentre le comunica lo sfratto imminente dalla sua baracca. L’uso del maxischermo ci fa arrivare addosso la prima verità: una donna povera e Rom non necessariamente non conosce i suoi diritti, anzi sa bene come difenderli con le unghie e con i denti.
Lo schermo poi si alza e appare l’abitazione della donna, caotica e fatiscente, con i protagonisti in carne e ossa.
Inizia così lo spettacolo teatrale, ma chiamarlo così sarebbe riduttivo, giacché è una scatola cinese di multimedialità per raccontare la storia di un ragazzo che non vuole essere ciò che è, di una madre che lo cerca e lo vuole a tutti i costi, di una società che calpesta i diritti al punto da voler mandare – ad esempio – un’ambulanza 76 minuti dopo la richiesta al call center. Quello che il regista offre al nostro sguardo è però l’idea, complessiva, di un’intimità violata, a partire dalla donna (Lili Monori) che parla alla telecamera coi suoi capelli bianchi, le sue rughe, i suoi abiti modesti, fino al ragazzo Rom che dal video entra nella scena e impugna una sciabola contro un bambino, passando per un ambiente che da fatiscente diventa disastrato, un campo di guerra della vita subalterna, fuori dalla grazia di Dio.
Certo è il ritratto di una società ungherese lacerata, una sorta di docufiction in teatro, ma è anche la storia universale di un mondo ingiusto e sopraffattore verso i più deboli, ai quali Kornél Mundruczó riconosce qui una dignità di esseri umani, molto al di là di qualsiasi stigma e qualsiasi pregiudizio.
Lo spettacolo è imperdibile: in scena fino al 27 marzo 2022 al teatro Bellini di Napoli.
Imitation of life
Teatro Bellini
Kornél Mundruczó / Proton Theatre
regia Kornél Mundruczó
con Lili Monori, Roland Rába, Borbála Péterfy , Zsombor Jéger, Norton Kozma
scena Márton Ágh
costumi Márton Ágh, Melinda Domán
luci András Élteto
scritto da Kata Wéber
drammaturgia Soma Boronkay
musica Asher Goldschmidt
assistente alla regia Margit Csonka
producer Dóra Büki
produzione Wiener Festwochen, Vienna, Austria; Theater Oberhausen, Germania; La Rose Des Vents, Lille, Francia; Maillon, Théâtre De Strasbourg / Scène Européenne, Francia; Trafó House Of Contemporary Arts, Budapest, Ungheria; Hau Hebbel Am Ufer, Berlin, Germania; Hellerau – European Center For The Arts, Dresden, Germania; Wiesbaden Biennale, Germania
con il sostegno di KUBIK Coworking, Kryolan City, Open Casting, PP Business Centre - Budapest, VisionTeam
Dal 24 al 27 marzo 2022
Orari spettacoli: feriali h. 20:30, domenica h. 18:00