Violenza di genere: la testimonianza delle donne delle Kassandre
Mentre si aggiorna in tempo reale, in maniera inquietante, il contatore delle vittime di femminicidio nel nostro Paese (in questo momento segna da inizio anno ad oggi 16, un femminicidio ogni 4,5 giorni), il lavoro dei centri anti-violenza e degli sportelli di ascolto e assistenza gestiti dalle associazioni e cooperative del territorio continua incessante. Tra le realtà storiche attive a Napoli, in particolare sul territorio di Ponticelli, da quasi 20 anni, c’è l’associazione Le Kassandre: una équipe multidisciplinare di donne che si schierano accanto ad altre donne, vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica.
L’associazione Le Kassandre realizza, presso la sua sede di Ponticelli, ogni lunedì uno sportello per donne italiane e straniere (iscritto alla rete nazionale dei Centri anti-violenza 1522) fornendo orientamento, accompagnamento ai servizi e alle opportunità territoriali, consulenza legale, supporto psicologico, sostegno alla genitorialità. Attività simili vengono realizzate anche all’interno del Centro anti-violenza comunale con sede a Barra (punto di riferimento per la IV e la VI Municipalità), gestito proprio dalle Kassandre in collaborazione con altre associazioni.
Ce ne parla l’avvocato dell’organizzazione sociale Marianna Hasson: “Siamo una rete di donne che incontra altre donne per sostenerle nei loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza ma anche di crescita personale perché ognuna ha delle potenzialità e risorse che spesso non riconosce”. Una delle forme di violenza più subdole che agiscono gli uomini –nella maggior parte dei casi si tratta di mariti o conviventi – è quella economica, ancora più forte in questi quartieri della città. Non a caso, alla fine di ogni singolo percorso, che viene costruito e personalizzato sulla base delle esigenze di ognuna, vengono anche proposte iniziative per facilitarne l’ingresso nel mercato del lavoro.
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Ed è all’interno di questo appartamento di Corso Ponticelli, diventato in questi anni un riferimento per tantissime donne con i loro figli (i casi seguiti nel 2021 sono stati circa 70), che incontriamo Alessia (nome di fantasia), una donna vittima di violenza fisica, sessuale ma anche psicologica. Alessia, dopo una relazione lunga ben 26 anni da cui sono nati anche due figli, ha finalmente trovato il coraggio di denunciare. “Vivevo nel terrore di una sua reazione e quindi non trovavo la forza di denunciare mio marito; poi, dopo l’ennesima aggressione avvenuta per un motivo futile, ho deciso di dire basta. La vera spinta me l’hanno data i miei figli che avevano capito e sapevano già tutto”.
Maria Nocerino - Donatella Alonzi