La sfida contro l’Atalanta dopo tre partite che il Napoli non segna, dopo le tensioni, gli infortuni di mezza rosa – ultimo, in settimana, Anguissa – è come andare dalla nutrizionista dopo esserti scassata la sera prima di pizza e birra, e aver preso anche il dolce: potresti fare una colossale figura di merda e incontrare il suo sguardo di fuoco mentre ti dice che non solo non sei scesa di peso, ma hai anche preso qualcosa dall’ultima volta che ti ha pesata, oppure potrebbe verificarsi un clamoroso miracolo: il tuo organismo è andato in shock metabolico e paradossalmente, dopo esserti ignobilmente abboffata, sei dimagrita. (Succede, non spesso quanto vorremmo, ma credetemi se vi dico che può succedere).
Ebbene, evidentemente di quest’ultima evenienza si è trattata, perché tutto questo ci ha fatto andare in shock metabolico, e abbiamo vinto, e contro una squadra infida assai. Eppure… Lo shock è stato forte, perché al di là del risultato, la testa si è vista immediatamente: un Napoli deciso, aggressivo, molto ben piantato, che gioca con intensità e cinismo. È un Napoli che parte alla grande, tant’è che i tre gol che poi determineranno la vittoria sono tutti nel primo tempo, David Neres al 17’ e 38’ e Lang al 45’. Conte scaccia dubbi e tensioni di settimane complicate con una partenza con il turbo: cambia modulo per le varie emergenze ortopediche e di recupero – vedi Politano, che gioca da mille partite e non ce la fa più – parte con un 3-4-3 e scopre nuovi orizzonti e ricombinazioni della sua rosa (o di quello che gli rimane, considerando che la metà sta al CTO). Come Lang, che per la prima volta parte da titolare e non vuole farsi scappare questa occasione, sfruttandola fino in fondo, con buone giocate nel primo tempo e il colpo di testa che porta gli azzurri al 3-0; come Neres, che firma una grande doppietta ed è in forma splendida: lucido, determinante per i goal, ma soprattutto per il modo in cui si muove, praticamente ubiquo. D’altronde non sarebbe la prima volta che grazie a un’emergenza è nata una stella: l’altra volta era un falso nueve… Vi ricorda qualcosa?Il Napoli di Conte supera brillantemente la prova, dopo il disastro di Bologna, trovando spunti inediti, ma anche le solide conferme di Hojlund, fondamentale nel primo tempo e per il primo gol, e di McTominay, vero barometro della squadra, che dà i tempi e gestisce gli spazi, e il capitano di Lorenzo, sempre preciso, un riferimento costante e prezioso. Ancora deludente Lucca, che sembra lì per caso.Era importante questa partita, questa vittoria senza – o quasi – tentennamenti: siamo ancora per poche ore soli in testa, mentre scrivo (è notte fonda) ci sono tre squadre dietro di noi, Inter, Bologna e Roma e due – Inter e Roma – giocano domani, e con la Roma ci giochiamo anche domenica prossima e avremo certo motivi per andare di nuovo nel panico (figuriamoci, lo troviamo sempre) ma il messaggio, per oggi, è molto chiaro: il tricolore in petto ce l’abbiamo ancora noi.
Foto di copertina di Carlo Hermann/Kontrolab