Patti Educativi: firmatari chiedono impegno istituzioni per contrastare povertà educativa

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Sono oltre 70 i dirigenti scolastici e i rappresentanti legali di organizzazioni del civismo attivo, cooperative sociali ed associazioni, che hanno firmato un appello al Comune di Napoli affinché rafforzi le proprie iniziative di coordinamento e valorizzazione delle azioni rivolte a contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico, con l’attivazione di processi che supportino la costruzione di “patti educativi di comunità”.

L’esigenza posta dai primi firmatari del testo, aperto ad ulteriori adesioni, è quella di “un governo pubblico competente e lungimirante” che sia in grado da un lato di avviare nuove alleanze educative tra scuole, comune e soggetti del terzo settore, dall’altro di mettere a sistema le tante esperienze già presenti in città che proprio per l’assenza di un luogo pubblico di governo dei percorsi e delle diverse azioni non riescono a fare il passaggio da progetti a servizi messi a sistema nell’ambito locale delle politiche educative.

«Non si tratta di aprire l’ennesimo luogo di consultazione dove tutto si ferma all’ascolto” – afferma Deborah Divertito della Cooperativa Sociale Se.Po.Fa’ tra le firmatarie dell’appello – “ma di aprire uno spazio dove il comune pur rivendicando a sé una funzione di governo riconosca gli altri soggetti non come attori ma come autori di politiche educative». 

 «La realizzazione dei patti educativi fonda le sue radici su un’idea di scuola intesa come comunità educante riconosciuta necessaria per garantire i diritti di cittadinanza ed il successo formativo di tutte e tutti», dichiara Colomba Punzo, dirigente scolastico dell’IC 83 Porchiano Bordiga.

«La realizzazione dei patti educativi non è legata esclusivamente all’esistenza di situazioni di tipo emergenziale, come la pandemia, la dispersione scolastica o la povertà educativa, pur rappresentando un utile strumento di contrasto a tali fenomeni. Molte scuole – specifica Punzo – consapevoli dell’efficacia di tale opportunità, già da anni hanno avviato proficui rapporti con le diverse realtà presenti sui territori, sperimentando diverse forme di collaborazione per specifiche progettualità, per la co-progettazione educativa, alla riqualificazione degli spazi e così via. Ciò di cui si sente il bisogno è di una regia pubblica che ribadisca e rafforzi l’idea della comunità educante e sostenga, anche con adeguati strumenti di governo, l’idea di scuola e di società che i patti educativi di comunità portano avanti» conclude la dirigente Punzo.

Un percorso di protagonismo da parte del Comune che non parte da zero; sia per il lavoro dei laboratori cittadini di contrasto della dispersione scolastica promossi dall’Amministrazione precedente che, dopo due anni di sperimentazione, erano sfociati nella costruzione di diverse alleanze educative tra scuole, civismo attivo, istituzioni locali e servizi sociali territoriali, sia per la sottoscrizione da parte dello stesso Comune di Napoli del “Patto educativo per la città di Napoli” promosso dall’Arcivescovo Mimmo Battaglia.

E, ancora, con la “Piattaforma per il monitoraggio della dispersione” attivata dall’attuale Amministrazione, figlia di un lungo lavoro di confronto e collaborazione tra Comune, Ufficio Scolastico Regionale e Procura Minorile.

Le firmatarie e i firmatari dell’appello si augurano che il Comune di Napoli voglia accogliere le richieste poste, nella consapevolezza che la complessità dei bisogni educativi e la densità del fenomeno della povertà educativa nella città di Napoli ha bisogno di un impegno congiunto e coordinato tra Comune, scuole e tutte le altre agenzie educative presenti in città.

Per aderire: l’adesione ai Patti Educativi di Comunità è aperta a docenti, dirigenti scolastici, educatori/educatrici, operatrici e operatori sociali, professionisti che a vario titolo lavorano nel contrasto alla povertà educativa, ed è possibile farlo inviando una richiesta di sottoscrizione all’indirizzo dedicato pattieducativinapoli@gmail.com

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