Un Eduardo lontano dalle etichette, più umano, ironico, vulnerabile. È questo il ritratto che emerge da Se ti parlo, mi parlo – Eduardo e Luca De Filippo, lettere (1949-1979), il volume curato da Maria Procino e pubblicato da Guida editori, presentato nella sede della Fondazione De Filippo. Il libro porta avanti il progetto che Luca aveva immaginato: mettere ordine e valorizzare l’intero patrimonio editoriale della Fondazione, trasformando la memoria in uno strumento vivo e accessibile.
Le lettere attraversano tre decenni e spalancano una finestra sulla dimensione più intima del rapporto tra padre e figlio. Accanto all’Eduardo esigente e rigoroso, emerge un uomo capace di una profondità affettiva sorprendente, ricco di quella “anima da vendere” che gli ha permesso di raccontare Napoli come nessun altro.
La città, del resto, è un personaggio silenzioso ma costante: scenario, radice emotiva e fonte inesauribile di linguaggio e ispirazione.
All’incontro hanno preso parte il Presidente della Fondazione Tommaso De Filippo, la Presidente onoraria Carolina Rosi e il Direttore Francesco Somma, insieme alla curatrice. La sala piena, tra addetti ai lavori, appassionati e semplici curiosi, ha mostrato quanto sia ancora forte la presa culturale ed emotiva dei De Filippo sulla città.
Il lavoro della Procino è uno degli elementi di forza del libro: una cura meticolosa, sostenuta da una conoscenza diretta della famiglia, che restituisce una memoria non immobile ma dinamica, capace di parlare al presente e dialogare con chi legge. Non un semplice archivio, ma un organismo vivo.
L’epistolario diventa così molto più di un documento storico: è un viaggio nella relazione, nella creazione artistica e nel legame con Napoli.
E la risposta del pubblico lo conferma. A dieci anni dalla scomparsa di Luca De Filippo, la città partecipa numerosa a ogni iniziativa in suo nome. Un modo per restituire, con affetto e riconoscenza, ciò che lui ha dato a Napoli: cura culturale e identità teatrale.