Secondo l’Unione nazionale Consumatori, Napoli risulta essere la seconda città più cara d’Italia.
Editoriale
Ormai l'emergenza casa nella nostra città si è fatta importante e grave tanto quanto l'emergenza lavoro. Ed è un paradosso perché in realtà negli ultimi venti anni abbiamo avuto un problema di denatalità e quindi avremmo avuto bisogno di meno case rispetto a quelle un tempo disponibili.
Piuttosto che continuare a inneggiare ai record, io credo che sia necessaria una riflessione vera su quello che sta accadendo a Napoli. È già overtourism, turboturismo, dei cui effetti beneficia una parte della città ma tutto il resto finisce per diventarne ostaggio.
230mila, 250mila, 300mila presenze fra Pasqua e Pasquetta. Le stime oscillano ma equivalgono ad almeno un quarto dei residenti di Napoli. Sono numeri troppo grandi per non avere un impatto fin troppo invasivo sulle zone nevralgiche della città che anche stavolta ha gestito a grande fatica il flusso.
Un volo in arrivo a Capodichino ogni 8 minuti, alibus che non bastano perché restano imbottigliati in un traffico degno delle giornate peggiori, taxi introvabili tanto all’aeroporto che in stazione o agli imbarchi per le isole e letteralmente spariti in città, file e ingressi contingentati in metropolitana, folle di pedoni imbottigliati al centro storico e sul lungomare.
È strano che nella prima metà di aprile si parli di spiagge e di mare. E non perché si stia pianificando con ragionevole anticipo la prossima estate, ma perché l’estate è già qui. Magari sarà già capitato sporadicamente, ma credetemi di lidi aperti regolarmente già ad aprile io non mi ricordo proprio.
Con un po’ di anticipo rispetto al passato, quest'anno si è iniziato a parlare del mare: un tema attuale da sempre.