Catacombe di San Gennaro, alla Sanità nuovo accordo tra Arcidiocesi e Cooperativa La Paranza
Arriva la firma della nuova Convenzione per la valorizzazione delle Catacombe di San Gennaro, San Gaudioso e San Severo di Napoli. Oggi 20 maggio 2024 è stata firmata la nuova Convenzione tra l’Arcidiocesi di Napoli e la Cooperativa sociale La Paranza alla quale viene affidata, in via esclusiva, la gestione e la valorizzazione delle Catacombe di San Gennaro, San Gaudioso e San Severo.
La cooperativa favorirà la fruizione e promozione turistica dei siti archeologici consolidando così la sua opera di riqualificazione sociale e culturale del Rione Sanità, dando continuità a quanto già realizzato sul territorio in diciotto anni di lavoro.
L’esperienza dei giovani de La Paranza nasce e si sviluppa nel 2006 in seno alla Parrocchia di Santa Maria della Sanità ed alle Catacombe di San Gaudioso come espressione di un desiderio che, sotto la guida di Don Antonio Loffredo, si è tradotto in un’azione di cambiamento sociale e culturale, innovazione sociale e rigenerazione urbana senza precedenti. Un processo di sviluppo oggi definito “Metodo Sanità”, studiato a livello nazionale e internazionale.
Il desiderio, che coincide con la mission della cooperativa, era quello di riscattare il Rione Sanità attraverso la valorizzazione del suo patrimonio storico artistico e archeologico. Per farlo, la Paranza ha scelto di fare impresa attraverso la cooperazione e di investire sull’imprenditorialità giovanile dando lavoro e voce a quei giovani del quartiere – “i più fragili” – che sarebbero rimasti esclusi dalla società e che invece sono diventate “le testate d’angolo” di un sistema di welfare generativo.
Così nel 2009 la Curia di Napoli, la Cooperativa sociale La Paranza, l’Altra Napoli Onlus e la PCAS – Pontifica Commissione di Archeologia Sacra hanno sottoscritto un protocollo d’intesa e partecipato al bando Storico- Artistico e Culturale promosso da Fondazione Con il Sud.
Il bando promuoveva la presentazione di progetti esemplari nell’ambito della “Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale” come occasione di sviluppo locale in termini di maturazione della società civile e di crescita economica e occupazionale.
Il progetto presentato dalla Paranza “San Gennaro extra moenia una porta dal passato al futuro”, risultato aggiudicatario del bando, ha permesso di recuperare e restituire alla comunità e a tutti i visitatori due Beni di Comunità dalla forte valenza storica e religiosa: la Basilica di San Gennaro extra moenia e le adiacenti catacombe dedicate al Santo Patrono della città, rimaste chiuse per circa quarant’anni.
Riaperte nel 2009 grazie alle attività di manutenzione e valorizzazione che hanno coinvolto direttamente i giovani del quartiere, i due siti si sono velocemente attestati come forte attrattore culturale della città, offrendo concrete opportunità professionali e di riscatto ai ragazzi del Rione. L’apertura al pubblico delle Catacombe di Napoli ha determinato la “riapertura” di un intero quartiere prima considerato un “ghetto” da evitare, oggi una delle mete da non perdere per chi visita la città.
Il progetto di valorizzazione delle Catacombe di San Gennaro, del resto, si inseriva all’interno di una visione più ampia: farle diventare un grande attrattore culturale della Collina dell’Arte di Capodimonte. A tal fine, la Regione Campania, il Comune di Napoli, la Curia Arcivescovile di Napoli, la PCAS e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici già nel 2007 firmavano un protocollo d’intesa che ha rappresentato, di fatto, uno dei primi esempi di co-progettazione finalizzato alla riqualificazione ambientale di un’area di Napoli dalla forte vocazione culturale.
Oggi con la firma della nuova Convenzione, l’Arcivescovo di Napoli Mons. Domenico Battaglia rinnova quella fiducia accordata ai giovani cooperatori del Rione Sanità nel lontano 2009 riconoscendo non solo gli obbiettivi del progetto pienamente raggiunti dalla Paranza, con particolare riferimento alla valorizzazione del sito, alle ricadute occupazionali e all’impatto sociale che è stato in grado di costruire una economia duratura e sostenibile di valorizzazione della bellezza e del patrimonio identitario, ma soprattutto riconoscendo nell’attività della cooperativa una forma di compartecipazione all’azione pastorale diocesana capace di coniugare attraverso la gestione dei siti catacombali di Napoli l’esperienza di Fede e Carità all’insegna della condivisione nella tutela del bene comune.
La crescita occupazionale della Paranza è passata da 5 a 70 lavoratori di cui il 50% viene selezionato tra i giovanissimi frequentatori dei centri educativi del quartiere; l’età media dei cooperatori è di 33 anni; circa il 40% di essi ha migliorato il proprio titolo di studio dopo l’esperienza in cooperativa; il 75% ha scelto di vivere al Rione Sanità; sono oltre 14.000 mq di patrimonio culturale recuperato tra chiese, catacombe, affreschi e altri pezzi di “eredità culturale”.
La nuova Convenzione rispecchia e dà valore sia ai principi della Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici, emanata nel 2001 dalla Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, sia ai principi espressi dalla Convenzione di Faro.
La prima sottolinea come i beni storico-artistici hanno la responsabilità di innescare e promuovere spazi aperti di relazione tra le persone, luoghi di vicinanza e occasioni per creare comunità, affermando come l’organizzazione del patrimonio debba “pertanto recepire dinamiche sociali, politiche culturali e piani pastorali concertati per il territorio di cui è parte”, così da creare luoghi dove la Chiesa fa “sentire a casa”.
La seconda, promossa dal Consiglio d’Europa e sottoscritta dallo Stato Italiano affida alle “comunità di eredità”, e dunque anche ai singoli cittadini, un ruolo attivo nel valorizzare e preservare “tutte le risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione”.