Non ricordo mai un anno in cui io abbia atteso con un tale senso di liberazione la fine di un campionato. Sarà perché magari avevamo qualcosa da conquistare fino all’ultima giornata – un posto in Champions o in Europa in generale – sarà perché magari quel qualcosa lo avevamo già conquistato, ma era sempre bello vederli giocare (e non mi riferisco solo alla stagione passata), non mi è mai capitato di pensare “Grazie al Cielo è finita”, né di aver sentito l’impulso di mettermi a spolverare durante una partita, trattenendomi perché dovevo pur sempre commentarla. Commentarla, poi. Che c’è da commentare? Uno strazio soporifero assolutamente indecente. Offensivo. Né mi era mai capitato di sentire che mio padre ha preferito vedere i Puffi con i miei nipotini invece di Napoli-Lecce. I Puffi. Invece della partita. Che tanto sempre azzurri sono, è vero, però a mia memoria una cosa del genere non è accaduta mai.
Barsport
Innanzitutto, bentornati. Con un po’ di ritardo riprendiamo Barsport, e devo dire con uno spirito molto diverso, diametralmente opposto rispetto a quello che ci animava nel finale della stagione precedente.
Oggi attendevamo una risposta seria. Come un sol uomo le due curve si sono fatte portavoce di ogni tifoso napoletano del globo mostrando uno striscione congiunto: «Aspettiamo il secondo tempo o giocate dal primo come un tempo?» Mai stata così d’accordo. Ma i nostri undici, evidentemente, no.
Così lontano, così vicino: è questa la sensazione che si ha guardando Sarò con te, il documentario dedicato all’epico, glorioso scudetto del Napoli vinto il 4 maggio del 2023, con cinque giornate d’anticipo, sedici punti di vantaggio sulla seconda e una serie di primati che è quasi ridondante ricordare.
Ridendo (non sempre) e scherzando questo è il nono anno in cui io e il buon Carlo Hermann curiamo questa rubrica. Lui cattura le immagini più significative della partita e io cerco di restituire un’immagine della partita solo con le parole.