Giovedì, 21 Novembre 2024

Così lontano, così vicino

Così lontano, così vicino: è questa la sensazione che si ha guardando Sarò con te, il documentario dedicato all’epico, glorioso scudetto del Napoli vinto il 4 maggio del 2023, con cinque giornate d’anticipo, sedici punti di vantaggio sulla seconda e una serie di primati che è quasi ridondante ricordare. 

Il film è della regia di Andrea Bosello e prodotto da Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis, con colonna sonora di Teho Teardo (oltre alla canzone originale Sarò con te, cantata da Geolier).

«Ci siamo divertiti ed emozionati, perché ci hai dato tutta la libertà espressiva necessaria per raccontare questa storia, ti sei fatto in quattro per risolvere tutte le difficoltà di produzione, e ti ringrazio di cuore per questo» dice in sala il regista al presidente De Laurentiis con noi della sala grigia (c’erano tre sale, bianca, azzurra e grigia), che poi scherza: «Spero che il film vi piaccia, e se no, che dobbiamo fare, ce ne faremo una ragione!», sapendo che è impossibile che una cosa del genere possa non piacere, per quello che racconta, ma anche per come lo racconta.

Sarò con te rivive l’intera stagione 2022/23 attraverso lo sguardo e le parole dei giocatori protagonisti come il Capitano Di Lorenzo, Anguissa, Zieliński, Kvaratskhelia, Kim, Simeone, Juan Jesus, Elmas, Osimhen, Mario Rui, Lozano, Raspadori, Meret, Olivera, Lobotka, Politano, e di personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e del giornalismo come Fabio Cannavaro, Geolier, Toni Servillo, Silvio Orlando, Maurizio de Giovanni, Salvatore Esposito, Luisa Ranieri, Marco D’Amore, Diletta Leotta, Paolo Condò, Robert Del Naja (musicista e fondatore dei Massive Attack, che ebbene sì, è tifoso del Napoli), Federica Zille, Pierluigi Pardo, Fabrizio Roncone, Francesco Repice, allenatori, direttori sportivi e staff del Napoli, come Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli, Giuseppe Santoro e Nicola Lombardo e naturalmente del Presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis. E lo fa con amore e devozione, e con grazia e misura, due parole che accostate a Napoli e al Napoli quasi non ti aspetti, e invece....

Se per il dieci maggio 1987 fu tutto (quasi) improvviso, e l’aria di festa e di incredulità montò nel giro di giorni, ore, si potrebbe dire, la festa del terzo è stata completamente diversa: da aprile, i più ottimisti addirittura da marzo, ne parlavano come un fatto acquisito, sicuro, con una consapevolezza, una scioltezza, una fiducia nei propri mezzi che nulla aveva a che fare con la tradizionale superstizione partenopea. Io faccio parte di coloro che l’hanno chiamato “il coso” fino alle 22:36 del 4 maggio, io ho pianto come se fosse capitato all’improvviso, ma ho ammirato quella consumata maturità di chi lo dava per certo e nella certezza ha iniziato a festeggiare, colorando d’azzurro tutta la città, esponendo bandiere, striscioni, dipingendo murales, esponendo sagome di cartone di calciatori, magliette... Striscioni magnifici, come E che c’è vuluto alla Ferrovia, o Se succede sai che festa, ma se non succede che figura ’e mmerda o il semplice e commovente Dedicato a te, con la foto di Diego. Forse il giocatore più celebrato per questo scudetto, perché chi ama non dimentica, si sa. 

Quando è venuto il giorno siamo scesi in piazza e abbiamo cantato e ballato e pianto per ore e ore, e giorni e giorni, vi ricordate? Festeggiavamo tutti i giorni, per mesi. Siamo stati felici, incredibilmente felici.

Il film racconta di questa felicità, ma soprattutto racconta del percorso che ha portato lì, dalla presentazione della stagione 2022/2023, nella diffidenza generale per l’acquisto di giocatori sconosciuti con Kvara e Kim fino alla partita di Udine del 4 maggio, e racconta soprattutto del lavoro che c’è dietro. Molto più della piazza, della folla, dei tifosi, si vede la fatica, il lavoro, la programmazione che c’è per fare felice quella piazza, quella folla, quei tifosi. Racconta di Spalletti che compra un divano per dormire nel suo ufficio a Castelvolturno, degli allenamenti, dello spogliatoio, delle frasi motivazionali sulla lavagna, delle cazziate. Delle risate. Delle battute d’arresto, come quella con il Milan (su cui secondo me, unica vera pecca, il film si sofferma un po’ troppo), delle rinascite, dell’incredulità dei giocatori di vedere come Napoli, una città, un popolo, li ha celebrati.

Vedere il film a distanza di un anno fa uno strano effetto. Da un lato, è passato solo un anno, sembra ieri che festeggiavamo tutti i giorni, che quelle bandiere sembravano essere lì da sempre e per sempre, che non potessimo perdere mai. Sembra ieri che eravamo invincibili e immortali. Oggi non lo siamo più, siamo noni in classifica. È un anno di transizione, si dice, lo dicono tutti, pure il tassista che mi ha riportato a casa. “È un anno di transizione, signo’, vedete che l’anno prossimo...” Sarà così, perché com’era quella cosa che dicevamo prima su Diego? Certo: chi ama non dimentica. E noi non abbiamo dimenticato quello che ci avete regalato il 4 maggio 2023.

Forza Napoli.

Serena Venditto
Author: Serena Venditto
È nata a Napoli il primo agosto 1980, per festeggiare il compleanno della squadra. Archeologa e scrittrice, è autrice di una serie giallo-umoristica con protagonisti il gatto detective Mycroft e un gruppo di amici impiccioni, di cui l’ultimo è l’ebook gratuito “Malù si annoia. Quarantena in giallo per quattro coinquilini e un gatto”. Cura per Napoliclick la rubrica #Barsport

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