Venerdì, 18 Aprile 2025

La coccinella del cuore

Roberto De Simone, Pasolini e l’anima di Napoli

Il sipario è calato su una figura peculiare del panorama culturale napoletano.

È morto a 91 anni Roberto De Simone.

E con la sua morte finisce un capitolo importante della città, iniziato negli anni Settanta con la ricerca storica e musicale del grande regista, compositore e musicologo.

Conobbi il Maestro negli anni Novanta, quando frequentavo la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo napoletano e il professore di Letteratura italiana Vittorio Russo

propose un corso divergente di saperi integrati sulla figura di Pasolini, vista attraverso la letteratura, il cinema, il teatro, le comunicazioni di massa e la musica.

C’era allora alla facoltà di Lettere il gotha della cultura contemporanea, da Alberto Abbruzzese ad Amato Lamberti e Giancarlo Mazzacurati.

Era il tempo della Pantera, la facoltà era occupata ma non per le lezioni di Vittorio Russo che ogni mercoledì nell’Aula Piovani radunava i ragazzi dell’occupazione per raccontare loro l’anima eretica di Pasolini.

E parlando di anime eretiche che preservavano la Storia dal meccanismo spietato della società dei consumi, non poteva che invitare lui, Roberto De Simone a raccontare la divergenza napoletana.

Fu allora che lo vidi per la prima volta: il grande carisma e la sua voce echeggiavano per le mura antiche, insieme alla sua musica e all’emozione di tutti noi, giovani di allora, che mostravamo fieri lo spirito libero di chi si affaccia alla vita senza zavorre e pieni di speranza.

Volgendomi oggi al passato della mia città, riconosco che l’opera del Maestro è stata immensa, tesa a recuperare la tradizione popolare; la sua non era una ricerca focalizzata sulla canzonetta della Napoli folcloristica, di mare, sole e mandolino, ma su un recupero storico e mitologico del passato, la memoria del popolo, il suo riscatto in un’epoca buia, dove si tende a perdere le radici fondanti di una determinata cultura.

In questo De Simone portava avanti le stesse istanze di Pasolini, consapevole del tesoro insito nelle nostre radici e teso a voler preservare l’innocenza e la sacralità naturale del cuore popolare. In un’epoca come quella degli anni Settanta già orientata all’omologazione e tesa verso il consumismo che poi sarebbe diventato dominante, con La gatta Cenerentola, sua opera capolavoro, recupera e reinterpreta la fiaba di Basile e tutta la tradizione popolare musicale. Cenerentola è la voce del popolo, e fa sua la vena napoletana che non conosce padroni e dominatori ma resta libera e ribelle con la sua connotazione creativa e dirompente.

De Simone anticipando anche l’omologazione del linguaggio che si protrae fino ai nostri giorni e che appiattisce tutto nella semantica del web, polarizzata e semplificata, fa emergere dal passato la peculiarità della città, la sua ricchezza anche linguistica perché non si perda, perché si tramandi viva.

Se la parola infatti è testimonianza storica e se conserva il potere della trasmissione intatta di un modo di vivere, di un universo valoriale nella sua unicità, se la parola musicale è memoria ed emozione capace di raccontare ma soprattutto di preservare dall’oblio, De Simone ha restituito il timone all’anima profonda ed eretica della città, al suo ventre ricco di contraddizioni ma fecondo.

Perché l’innovazione non può prescindere dalla tradizione, da lì trae il suo fulcro, in uno svolgersi attraverso il tempo.

Senza quel fulcro siamo schegge alla deriva.

Zelolla de La gatta Cenerentola è serva e insieme regina ed è come la città che solleva sempre il capo dalla sconfitta storica e dal sopruso con la forza e la ricchezza del passato.

È il popolo che non va dimenticato. Da lì nasce la forza per opporsi alla morte dell’omologazione.

Il messaggio del Grande Maestro schivo e al di fuori dalle meccaniche dell’apparire è chiaro e la sua opera ne è l’esempio.

Mantenere viva l’anima del popolo che è ciò che non muore e non morirà mai.

“Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione il mio amore”.

Pier Paolo Pasolini

Ma si può dire anche per Roberto De Simone.

Una risata ci seppellirà in un kit

Hadja Lahbib, commissaria all’Uguaglianza e alla Gestione della crisi dell’Eu, consiglia un surreale kit di sopravvivenza in caso di guerra o di crisi.

8 marzo, il fiorire di una consapevolezza

8 marzo. Giornata internazionale della donna, in ricordo delle conquiste politiche e sociali delle donne.

19 marzo. Il tempo del Padre interiore

Ogni giorno un ragazzo allo sbando sente la mancanza di un padre. Ogni giorno un altro ragazzo finisce nelle file della delinquenza e desidera qualcosa che somigli a un padre. Ogni giorno un ragazzo si uccide perché sente il vuoto accanto.

Sanremo Politically Scorrect

Benvenuti a Sanremo vintage. È tutto retrò, dalla sigla “Tutta l’Italia” che sembra un jingle anni Sessanta, uscito dal film Poveri ma belli, alle canzoni in gara, molte dal rewind melodico, tutte riunite in un unico lamento monocorde, ai look senza nessun guizzo di rottura.

Image


CHI SIAMO

Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.

DOVE SIAMO

Sede centrale:
Presso Gesco - Gruppo di Imprese Sociali
Via Vicinale S. Maria del Pianto, 36 complesso polifunzionale Inail
Torre 1, 9° piano - 80143 Napoli
ISCRIZIONE NEWSLETTER