Giovedì, 08 Maggio 2025

La Palestina a Napoli, gli haters e il valore dell' empatia

Che ciò che stia accadendo a Gaza sia un crimine orrendo, un genocidio della peggior specie è fuori discussione.

Che quel crimine diventi terra del contendere e crei una spirale di odio accesa attraverso i social dove ogni cosa che accade viene amplificata, invece inquieta e non poco... Soprattutto se genera quello stesso clima di inaudita violenza da cui si vorrebbe prendere distanza.
È accaduta qualche giorno fa la vicenda che ha visto coinvolta una ristoratrice napoletana, Nives Monda, proprietaria della Taverna Santa Chiara, e una coppia di israeliani che erano lì a consumare il pasto.
Si è creato nel cuore di Napoli, proprio lì nella taverna, un acceso dibattito tra la ristoratrice, che da sempre si è battuta per la questione palestinese, e gli israeliani in visita. Tema del contendere: la politica di Netanyahu e ciò che sta accadendo a Gaza.
La striscia di Gaza è da almeno ottant’anni territorio di conflitti insanabili e, da due anni circa, scenario di atrocità ingiustificabili.
Queste atrocità ingiustificabili compiute da Netanyahu in risposta alla politica di Hamas sono ritenute giustificabili dalla coppia di israeliani in visita a Napoli e diventano causa di un litigio epocale con tanto di filmato finito sui social.
La forbice diventa strettissima, il pollice deve essere o in su o in giù come nelle antiche arene romane. Non è contemplato ascoltare posizioni diverse. Di più: la posizione diversa è inammissibile.
Eppure sappiamo bene che una notizia letta ha un determinato peso e significato agli occhi di chi la legge ma non sempre ha lo stesso significato e peso in chi quella realtà la vive e si trova a confrontarsi con la complessità di un conflitto in atto.
Purtroppo nel gioco dei social la complessità non è ammessa. Vige la regola non scritta della semplificazione o sei pro o sei contro qualcosa, e poi parte la cultura della violenza, dell’odio e dell’aggressione verso chiunque provi a manifestare un parere diverso.
Ma qui non parliamo di pareri. Parliamo dell’impossibilità di esprimere quei pareri e del tramonto della dimensione democratica.
Poi non c’è da stupirsi se viviamo in un mondo in frantumi dove siamo minacciati da almeno tre scenari diversi di conflitti mondiali e dove si consuma violenza a colazione come fosse un dessert.
Ciò che era dimensione politica è diventato gossip e parla diretto alla pancia della gente. Risulta così normale schierarsi ideologicamente e semplicisticamente su tutto, dal macro dei conflitti geopolitici al micro degli haters da tastiera.
Ci si aspetta inoltre che la risposta politica che da sempre si muove sul confine diplomatico, sulla ricomposizione degli equilibri e sulla linea della ricerca di un punto di incontro tra posizioni inconciliabili, diventi invece assoluta, tagliente e fondamentalista.
O sei pro o sei contro.
O sei a favore o sei nella fazione opposta, e via con il tifo da stadio che si consuma sulle pagine dei social e finisce con le minacce personali.
È la nuova politica dello shitstorm che segnala l’apoteosi di quella stessa violenza che accade a Gaza.
Viviamo così nel paradosso.
Si parla di fine dei conflitti collettivi attraverso l’accendersi dei conflitti individuali.
Si parla di pace attraverso la guerra.
Si parla di dialogo attraverso le posizioni ideologiche che non contemplano alcun dialogo.
E al contempo si “sopravvive” ignari che senza il valore dell’empatia, cioè del confronto reale e umano con l’altro, e non attraverso il filtro di una posizione ideologica con cui si scende armati a difendere presunte ragioni assolute, senza il valore del rispetto dell’opinione dell'altro anche se è lontanissima dalla propria, senza il valore della diplomazia e della negoziazione, cioè della capacità di trovare il punto d’incontro tra posizioni opposte, e senza la capacità di mettere da parte gli assoluti, da cui sono nate le peggiori violenze nella storia, è in pericolo il nostro stesso cammino su questo pianeta.
E la sopravvivenza non della democrazia, già quasi estinta, ma della stessa comunità umana.
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”, Evelyn Beatrice Hall
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

Pin It
Image


CHI SIAMO

Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.

DOVE SIAMO

Sede centrale:
Presso Gesco - Gruppo di Imprese Sociali
Via Vicinale S. Maria del Pianto, 36 complesso polifunzionale Inail
Torre 1, 9° piano - 80143 Napoli
ISCRIZIONE NEWSLETTER