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Società
La Tupperware sta fallendo: se la notizia non vi sconvolge è perché non avete una di quelle mamme napoletane che possono donarti ogni cosa, intestarti case al mare, regalarti gioielli ma no, non potrebbero mai rinunciare al contenitore di plastica (coperchio compreso).
Scoprire l’Irpinia attraverso il vino da sempre simbolo di questa terra di grande fascino paesaggistico e madre di eccellenze enologiche e gastronomiche.
Il cedimento del ballatoio nella Vela Celeste, che ha fatto 3 morti e decine di feriti tra cui molti bambini, ha smosso le coscienze di tutti, specialmente di chi a Scampia ci è cresciuto.
Di chi quelle strade le ama, di chi a Secondigliano ci è nato.
Da Franco Ricciardi che si commuove mentre dà una mano alle tante famiglie sfollate, a Geolier che sui social scrive poche ore dopo “Siamo cinematografici ma abbandonati. Senza più lacrime, cosi non si può”.
Maldestro, raffinato cantautore nato a Scampia e figlio di un ex capoclan della camorra oggi in galera e collaboratore di giustizia, chiede sostegno. “Quando una parte della comunità è costretta a vivere nel degrado, l’altra parte è colpevole. Lo è insieme a tutte le istituzioni che negli anni hanno voluto e alimentato il degrado. Oggi però non è tempo di inchiesta, oggi è tempo di silenzio e compassione. Il mio quartiere conta i suoi morti, ancora una volta, e fa male quando si è consapevoli che poteva essere evitato. Chiedo a voi tutti sostegno di ogni genere per stare vicino alle famiglie colpite”.
Maddalena Stornaiuolo - attrice, acting-coach, regista e fondatrice della scuola di recitazione all’interno della “Scugnizzeria” di Scampia - affida i suoi pensieri ai social: “È notte. Sono quasi le 4. Mi giro e rigiro nel letto, ma niente da fare, non riesco a dormire. Questa tragedia mi ha pietrificata. Sembra un incubo. Sono nata proprio nella vela celeste, al quarto piano. Sono cresciuta lì. Quella è casa mia. Quanti pomeriggi seduta su quel ballatoio ad inventare giochi che non avevo. Topi. Scarafaggi. Muffa. Ascensori fuori uso. Scarsa manutenzione. So cosa significa vivere in quei palazzoni. Oggi non abito più nelle Vele, sono passati tanti anni, ma quei problemi ci sono ancora. Cosa è cambiato? Ultimi. Sempre ultimi. A volte invisibili. Tanta è la rabbia. Troppo il dolore per questa tragedia. Per le vittime, per le loro famiglie, per i familiari dei tanti feriti che in questo momento sono in ospedale e stanno lottando per sopravvivere. Ci sono centinaia e centinaia di persone sfollate che hanno bisogno di aiuto. Ci sono bambini, anziani, intere famiglie in difficoltà. Senza un tetto. C'è bisogno di tutta la nostra solidarietà. Ora è il momento di donare tutto ciò che possa rendere le loro giornate un po' meno buie. No soldi, ma beni di prima necessità, indumenti, acqua, cibo, pannolini. È il momento di non lasciarli soli. Al posto loro ci saremmo potuti essere noi”.
Deborah de Luca, dj e producer nota in tutto il mondo, invita tutti a dare una mano: “Ho usato anche io, come tanti altri, le Vele di Scampia come set per il mio lavoro. Perché sono nata nei palazzi di fronte e perché le ho avute come panorama affacciandomi quasi tutta la vita Ora, pretendo, non chiedo, PRETENDO che chiunque abbia usufruito di questo posto usandolo per i propri torna conto e poi lasciato così com’è senza aiutare o migliorare la vita di chi ci abita, metta mano alla tasca. Me compresa, e dia il suo contributo, io ovviamente sarò la prima. Non sono a Napoli ma torno domani, e vado diretta a portare la mia parte in denaro e beni di prima necessità, non una stretta di mano. Che facciano così anche gli altri, Tv, serie, cinema, foto, musica. Ripeto, io sarò la prima”.
Luchè, rapper, produttore discografico e componente dei Co’ Sang, scrive sulla sua pagina Instagram: “Ho preso in prestito da mio fratello Giuseppe di Vaio questa foto di qualche tempo fa perché la frase che si legge dice tanto. Insieme a tanti altri artisti della nostra terra abbiamo urlato le emozioni di chi è cresciuto in certi contesti, ma spesso sembra che sia tutto e solo intrattenimento. Ci abbiamo messo tanta rabbia, e spesso, io personalmente, ho assunto degli atteggiamenti abbastanza aggressivi, che se però letti nel modo giusto erano solo una conseguenza del restare increduli davanti a tanto degrado. Ora che ci sono delle vittime innocenti, mi richiedo come sia possibile essere lasciati cosi per tutto questo tempo”.
(foto originale di Giuseppe Di Vaio pubblicata sul profilo ufficiale Instagram di Luchè)
Il caro-vita slash caro - vacanza ha travolto tutti e tutto: ombrelloni in centesima fila venduti al prezzo di un box auto a Piazza dei Martiri, due settimane in un villaggio vacanza costano quanto una multiproprietà a Pineta Mare e la benzina che vale più dello champagne.