Il ministro Nordio riceve il garante campano dei detenuti
Il Senato entra nel merito della discussione e approvazione sul Decreto carceri mercoledì 31 luglio.
Per la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale è indispensabile che già a partire da quella data ci siano emendamenti migliorativi. La politica, e in primis la maggioranza, individui immediatamente misure anche temporanee volte ad alleggerire la popolazione carceraria.
Il Portavoce nazionale del Conferenza Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti, lancia un appello alla politica a fare presto e subito: «Le carceri sono una polveriera a miccia corta, una desertificazione affettiva, sociale e Costituzionale. Una discarica sociale ed uno ospizio dei poveri. Chiediamo che le 7954 persone che hanno un residuo pena al di sotto di un anno siano i primi ad avere un beneficio. Oltre 4mila detenuti devono scontare fino ad 8 mesi di carcere, non sono reati ostativi. Un appello alla Politica per vincere la propaganda penale, il populismo anche mediatico perché a partire dal sovraffollamento e ai suicidi -uno ogni tre giorni- ci siano assunzioni di psicologi, psichiatrici, assistenti sociali, mediatori linguistici, e anche di nuovi agenti di polizia penitenziaria, già adesso.
Bisogna fare subito qualcosa, qui e ora! Anche una liberazione anticipata speciale con l’aumento dei giorni. La politica si è assuefatta all’inferno delle carceri, eppure siamo in piena emergenza umanitaria. Servono subito misure alternative al carcere dalla magistratura di sorveglianza, che va potenziata immediatamente.
Come Portavoce della conferenza dei garanti ho chiesto un incontro al Ministro della giustizia Carlo Nordio: il nostro appello è stato accolto. Il Ministro ci riceverà nella mattinata di mercoledì 7 agosto.
Rappresenteremo al Ministro la complessità sociale del carcere che è una comunità penitenziaria fatta di detenuti e detenenti. Come garanti abbiamo uno sguardo intrusivo del sistema penitenziario, vediamo storie e avvenimenti da diversi punti di vista. È la Costituzione il baluardo del nostro lavoro, del nostro agire come autorità indipendenti».