Lettera aperta al ministro dopo l’ennesima morte innocente per le strade di Napoli
Una lettera aperta al ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano. La scrivono Maurizio de Giovanni, presidente Fondazione Campania Legge – Premio Napoli, Paolo Siani, pediatra, già vicepresidente Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, e Michele Nitti, direttore d’orchestra, già deputato Commissione Cultura, Scienza e Istruzione.
Ecco il testo.
Gent.mo Sig. Ministro,
la terribile notizia della morte di Giovanbattista Cutolo, giovanissimo musicista della Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli, ucciso nella centralissima piazza Municipio, ha sconvolto tutti.
Napoli, e tutto il Paese hanno perso un giovane talento, un ragazzo che amava la musica, la bellezza e la cultura.
Giovanbattista è stato ucciso da un ragazzo poco più giovane di lui, di 16 anni, che invece aveva imparato che la violenza, le armi sono le uniche cose che contano nella vita.
Le parole di dolore e di rabbia pronunciate dal direttore artistico dell’Orchestra Scarlatti dove suonava Giovanbattista, Gaetano Russo, non possono e non devono in alcun modo lasciarci indifferenti.
Nel ricordare questo brillante ragazzo, il suo entusiasmo, il suo profondo legame con la città di Napoli, Russo non ha dimenticato di sottolineare i sacrifici cui Giovanbattista - che lavorava come cameriere a causa della precarietà della sua attività in orchestra - era quotidianamente costretto.
Le parole di Russo pesano come un macigno sulla coscienza delle istituzioni:
“𝑃𝑒𝑟 𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑓𝑎𝑙𝑙𝑖𝑡𝑜. 𝐿𝑎 𝑠𝑖𝑡𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑙'ℎ𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒. 𝑁𝑜𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑢𝑛'𝑜𝑟𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒. 𝐹𝑖𝑛𝑜𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑖𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑜 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑜. 𝑁𝑜𝑛 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑛𝑖𝑠𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑑𝑎 30 𝑎𝑛𝑛𝑖. 𝑆𝑒 𝑛𝑜𝑖 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑢𝑛'𝑜𝑟𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒, 𝐺𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑜. 𝑃𝑒𝑟 𝑛𝑜𝑖 𝑙'𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑜𝑟𝑎 𝑒̀ 𝑐ℎ𝑖𝑢𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝐿𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑜𝑟𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎... 𝑆𝑒 𝑐𝑖 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛'𝑜𝑟𝑐ℎ𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑎 𝑁𝑎𝑝𝑜𝑙𝑖 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝐺𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑖̀ 𝑒 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑣𝑖𝑣𝑜.”
Non sapremo mai se Giovanni si sarebbe salvato, se ci fosse stata un'orchestra a Napoli, ma di certo non possiamo affatto permettere che la Scarlatti chiuda, men che mai oggi. Perché se la Scarlatti dovesse chiudere, allora certamente il fallimento sarebbe di tutti - Stato, istituzioni, società civile, cittadini.
Serve invece una risposta concreta, immediata. Un segnale tangibile della presenza delle istituzioni, una scintilla che riaccenda le speranze di questa compagine artistica, e dia nuovamente ragion d'essere alla sua presenza sul territorio.
La musica per tanti ragazzi può rappresentare una chance nella vita, e a Napoli sono tante le esperienze che lo dimostrano proprio nei quartieri più difficili della città.
Allora signor Ministro, le chiediamo di firmare un decreto per rendere stabile questa storica orchestra napoletana, che da oltre 30 anni lavora per far sbocciare talenti, passioni e speranze, per educare al rispetto, alla bellezza, alla sensibilità, all'arte. Sono queste le realtà che abbiamo il dovere di potenziare e contrappore con fermezza a quei contesti di degrado che dilagano con sempre maggior pervasività.
Rendere stabile questa istituzione culturale napoletana non rappresenta solo una risposta ad una reale questione occupazionale che ripaghi tanti ragazzi dei loro sacrifici e dei loro studi con un lavoro dignitoso e pienamente riconosciuto, ma anche e soprattutto un segnale vivo di attenzione alle problematiche sociali: dare stabilità significa rendere strutturali e permanenti quei presìdi sociali e culturali, quelle azioni quotidiane ed ordinarie di contrasto all'odio, alle discriminazioni, al
degrado e alla violenza per mezzo della cultura, della bellezza, dell'inclusione, del senso di comunità.
Rendere stabile questa orchestra e darle la possibilità di avvicinare tanti altri ragazzi vuol dire offrire opportunità anche a quei ragazzi che pensano che il suono della pistola sia più efficace di quello della musica che suonava Giovanbattista.
Con profondo dolore e grande commozione ci rivolgiamo a lei, che da napoletano conosce i problemi della città e conosce la lunga storia dell’Orchestra Scarlatti, affinché con un suo decreto l'Orchestra Scarlatti possa essere riconosciuta come Istituzione Concertistico Orchestrale stabile della città di Napoli, perché la morte del povero Giovanbattista non sia vana e il suo ricordo viva nei ragazzi che continueranno a creare bellezza ed armonia.
Signor Ministro, confidiamo nel suo amore per Napoli e per i ragazzi di Napoli, dia loro con questo decreto una speranza. Non possiamo restituire alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua fidanzata Giovanbattista ma possiamo farlo vivere per sempre nella musica dei ragazzi dell’Orchestra Scarlatti che da oggi suoneranno ancora più forte per far arrivare le note della loro musica fin lassù dove sta Giovanbattista.