Salute, il medico di base diventa un diritto per i senza dimora. Napoli tra le prime città a sperimentare
È stata finalmente approvata in Parlamento, lo scorso 6 novembre, la legge nazionale che stabilisce per chi vive in strada il diritto alle cure, attraverso l’istituzione del medico di base. Da oggi, insomma, i senza dimora, anche in assenza di un indirizzo formale, potranno accedere al Sistema sanitario nazionale, farsi visitare e avere la possibilità di curare patologie che, in molti casi, sono croniche.
Napoli sarà tra le prime città italiane ad adottare la nuova normativa.
Si tratta di un traguardo importante per la medicina di strade e le associazioni del terzo settore, a partire dall’associazione Avvocato di Strada, che da anni porta avanti questa importante battaglia di dignità.
“In questi anni abbiamo portato avanti con tutte le nostre forze una battaglia perché finalmente fosse riconosciuto il diritto fondamentale di curarsi anche a chi ha come unica colpa quella di essere povero – spiegano dall’organizzazione - Lo abbiamo fatto nelle aule del Parlamento, in mille iniziative e in altrettanti convegni organizzati in tutta Italia, sempre guidati dal nostro presidente Antonio Mumolo che oltre 15 anni fa aveva scritto la prima bozza di una legge nazionale”.
Ma come funzionava in passato? Per l’accesso all’assistenza sanitaria, salvo i casi di emergenza da gestire al Pronto soccorso, per le persone senza dimora fino ad oggi vi era l’obbligo di avere la “residenza anagrafica”. In alcune regioni italiane, come l’Emilia-Romagna, la Puglia e altre, specifiche normative (tra cui la legge Mumolo) avevano cercato di ovviare al problema, estendendo progressivamente i diritti sanitari anche ai più vulnerabili.
Con l’approvazione della proposta legislativa promossa dal senatore Marco Furfaro, invece, il diritto alle cure diviene universale e viene sancito da una legge dello stato. In particolare, la nuova normativa istituisce, all'interno del ministero della Salute, un fondo di un milione di euro a copertura degli anni 2025 e 2026, destinato a un programma sperimentale di assistenza sanitaria. La sperimentazione coinvolgerà 14 città, tra cui Napoli, Roma, Milano e Torino, con l’obiettivo di estendere il diritto alla salute alle persone senza dimora che soggiornano regolarmente nel Paese.