Annarella. Vi racconto come Napoli è cambiata attraverso ciò che trovo nei cestini
“Sono vent’anni che sto qui. Posso dirti come è cambiata Napoli dalla monnezza che trovo nei cestini”. Annarella ha cinquant’anni e lavora per la nettezza urbana cittadina. “Oggi dicono operatore ecologico ma io preferisco che mi chiamino spazzina. Cosa c’è di male nella parola spazzino?”. A lei e ad alcuni suoi colleghi è affidata una delle strade più importanti di Napoli: via Toledo. Su questa strada ogni giorno passano migliaia di turisti ma lei non li vede mai. Il suo turno infatti si conclude intorno alle sette del mattino, quando i negozi sono ancora chiusi e sul basolato umido risuonano solo i passi frettolosi di chi si reca sul posto di lavoro.
“Un tempo nei bidoni si trovavano biglietti della metropolitana, fazzolettini, sacchetti con gli avanzi dei pranzi portati da casa. Ma anche cose più originali. Una volta, accanto ad un cestino, ho addirittura raccolto una lettera d’amore strappata”. Non solo lettere d’amore: il bidone della spazzatura può rivelarsi anche una vera e propria “miniera d’oro”. “qualche anno fa, in un sacchetto di carta ho trovato cinquecento euro. non c’era la possibilità di restituirli a nessuno quindi ho pensato bene di offrire il pranzo ai miei colleghi”. Ritrovamenti come questi sono rari: in tempi di globalizzazione anche la spazzatura è omologata e oggi nei cestini si trovano ormai sempre le stesse cose “Avanzi, fazzolettini e contenitori dei negozi di street food della zona. Oggi si trova quasi esclusivamente questo – prosegue Anna – e poi c’è unto ovunque. La strada è una grande distesa di olio di pizze fritte e zeppole e panzarotti. Noi possiamo fare ben poco: bisognerebbe lavare bene il basolato con gli appositi macchinari ogni giorno. E provvedere ad una pulizia straordinaria che includa lo svuotamento dei tombini, invasi dai mozziconi di sigarette”. Ma in una situazione “storicamente” critica come quella della spazzatura a Napoli, vi è un cambiamento in positivo. “Nei cestini di via Toledo trovo meno plastica che in passato. Oggi si tende a differenziare di più. La spazzatura ci dice che forse, in futuro, la speranza di una città più attenta all’ambiente c’è”.