Samuele Cavallo: “Samuel vuole sfondare nel mondo della musica proprio come me”
Samuele Cavallo interpreta Samuel (Piccirillo), l’aiuto chef con la passione della musica di Un Posto Al Sole. Una coincidenza, quella del nome, che l’attore-cantante di origini pugliesi prese, all’epoca dei provini per entrare nel cast dell’amato social drama, come un segno del destino. Non sapeva che quel ruolo gli avrebbe permesso di giocare, così come fa nella vita, con molti colori della musica.
“Sono contentissimo di quello che Un Posto Al Sole mi permette di fare”, dice Cavallo, da poco diventato papà della piccola Isabel ma anche di un nuovo progetto discografico dal titolo “Vivo”. Un brano scritto per Sanremo ma che non ha avuto l’opportunità di presentare al 72esimo festival della canzone italiana.
Il suo personaggio è al centro di una specie di gioco amoroso…Cosa succederà con Speranza?
Samuel viene da una travagliata ricerca di quella felicità amorosa frutto della voglia di far innamorare Speranza. Dopo la diatriba con Vittorio, pare che, in certo senso, sia riuscito nel suo intento o almeno ora la ragazza gli vuol dare una possibilità, forse perché è incuriosita dai buoni sentimenti e dalla dolcezza di lui. Proprio nelle scorse puntate, dopo che ha sentito Samuel in un live si è accorta delle cosiddette farfalle nello stomaco. Ora lei sta cercando di capire cosa prova veramente, sperando che lui riesca a restare con i piedi per terra.
Come definirebbe il suo personaggio?
Samuel è un romanticone, un sognatore, come abbiamo visto, con le donne si sente un po’ impacciato, confuso, addirittura lo abbiamo visto diviso tra due personalità, in bilico tra la sua parte “rock” più dannata e quella più buona, angelica. Per la prima ci siamo ispirati al Johnny Depp dei Pirati dei Caraibi e un pochino anche a Damiano dei Maneskin per l’abbigliamento; per la seconda è stato fonte di ispirazione Carlo Verdone con i suoi personaggi di Borotalco. Di fondo, lui è uno ironico, anche se è un precario nel lavoro, resta intatta la sua voglia di rivalsa attraverso la musica. Il suo sogno è quello di diventare un cantante professionista. Così, è contento di trovare spazio al Caffè Vulcano, dove può sfogare questo suo spirito artistico. Tra l’altro, si sta anche appassionando molto alla cucina ultimamente.
Cose in comune tra Samuele e Samuel?
Per alcune cose siamo simili. Samuel è un ragazzo molto genuino ma poi quando si arrabbia o se qualcuno lo delude, riesce ad imporsi e a far sentire la sua voce, anche se, di fondo, è un buono e a volte cade nella trappola dell’ingenuità. Per fortuna, io sono un po’ più sveglio di lui, lui talvolta è troppo sognatore, io più concreto. Conserviamo entrambi sicuramente una parte molto genuina e romantica, essendo entrambi cantautori e quindi, anche più sensibili alle cose che ci succedono per lasciarci ispirare nelle nostre creazioni musicali o meglio poesie che prendono forma in musica.
Nella sua ultima canzone, Vivo, a cosa si è ispirato?
Alla voglia di evadere da quella che è stata la situazione che noi tutti abbiamo vissuto negli ultimi due anni, trovare un pensiero positivo per invertire la tendenza, affinché il termine positivo non fosse solo visto in negativo, scusate il gioco di parole. Mi ha ispirato Jovanotti: “Io penso positivo perché sono vivo”, il mio pensiero positivo è un segno di pretesta, un inno alla vita. Del resto, ho scritto questo brano a ridosso della scoperta che sarei diventato papà, quindi è diventato una specie di portafortuna per me. Lo volevo presentare a Sanremo, ma purtroppo non ho avuto modo di farlo per l’impossibilità di arrivare ad Amedeus. Sono sicuro che il messaggio della canzone sarebbe stato apprezzato dal pubblico sanremese.
Le piacerebbe portare le sue canzoni a Un Posto Al Sole?
Certo, sarebbe fantastico e ci ho pensato molte volte. Le canzoni che canta Samuel sono scritte dal maestro Antonio Annona e da altri, mi farebbe piacere portare le mie canzoni, ma la proposta deve partire dall’altra parte, non amo autocelebrarmi.
Che progetti ha in questo momento?
Vari, farò molto teatro. Oltre ai progetti musicali, ripartirà a marzo da San Marino la tournée di The boys in the band, uno spettacolo teatrale da cui è nato un film. Andremo per un po’ in giro per il paese, Covid permettendo, a portare un messaggio sociale molto importante, dato che lo spettacolo, seppure in chiave soprattutto leggera, affronta il tema dell’omosessualità e della libertà.
Sogno ancora nel cassetto?
Il mio sogno più grande resta Sanremo, ci sono legato da sempre: era il palco che piaceva a mio padre, lui faceva il rappresentante di commercio e viaggiava molto ma era un bravissimo cantante. Ricordo che aveva il bagagliaio della macchina pieno di vecchi dischi, è stato lui a trasmettermi questa grande passione. Io so solo che a sei anni ho incominciato a studiare pianoforte e canto, e da allora non mi sono più fermato, forse anche per cercare di avere le sue attenzioni. Immaginatevi che lui vedeva in tv solo Un Posto Al Sole la sera, per cui è stata una doppia gioia per me essere entrato nel cast.
Si è fatto degli amici sul set di Un Posto Al Sole?
Molti amici. In particolare ho legato molto con Vladimir Randazzo (Nunzio), con lui ci confrontiamo su tutto; ho un ottimo rapporto anche con Michelangelo Tommaso, quando sono arrivato qui lui è stato tra quelli che mi ha accolto meglio, è una persona veramente meravigliosa. Stimo molto anche Nina Soldano, Riccardo Polizzi Carbonelli e Luisa Amatucci, con cui giro tanto.
C’è un tema sociale che vorrebbe portare in scena con il personaggio Samuel?
La parte più drammatica, anche le vicende personali, di Samuel. In fondo, cosa sappiamo di lui, della sua storia, delle sue origini, di dove è cresciuto? Non esiste solo la parte gioiosa, che abbiamo già avuto modo di conoscere ma anche quella più sofferta, il bagaglio che ognuno di noi si porta dietro, che per forza di cose si incrocia con i più disparati argomenti sociali.