Giovedì, 21 Novembre 2024

Doppio Sogno XXIV, ultima settimana di cinema all’aperto

Quella dal 23 al 25 luglio è l’ultima settimana di “Doppio Sogno XXIV”, la rassegna di cinema di Galleria Toledo promossa da Ministero della Cultura, Regione Campania, Comune di Napoli e Film Commission Regione Campania in programma a Villa Pignatelli (fino al 25 luglio 2024). 

Doppio Sogno è un progetto a cura di Lavinia D’Elia, Lorenza Pensato e Rosario Squillace, realizzato in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, diretta da Massimo Osanna e con il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés, diretto da Giuseppe Dragotti, con la Direzione artistica di Laura Angiulli. 

Il calendario della settimana dal 23 al 25 luglio 

Martedì 23 luglio ore 20.30

CHE HO FATTO IO PER MERITARE QUESTO?
(¿Qué he hecho yo para merecer esto?)
Pedro Almodóvar, 1984, Spagna, 102 min
V.O. spagnolo, sottotitoli italiano

introduce Giancarlo Alfano - letteratura italiana, Università degli studi di Napoli Federico II 

Se Carlos Saura traccia le vie di fuga dal franchismo, Pedro Almodóvar canta le gesta della ritrovata libertà, creando ex-novo un genere del tutto iberico, una commedia brillante e trasgressiva che riecheggia la macchina di precisione del miglior Billy Wilder e si salda fermamente all'ultimo periodo surrealista di Luis Buñuel, rientrato in Europa dal lungo esilio messicano. Con Almodóvar si apre un mondo nuovo, quanto esiste di censurabile diviene oggetto di interesse, e il regista dipinge l'affresco della società post-franchista degli anni 80 disintegrando tutti i dogmi della dottrina morale del regime: la provocazione diviene la chiave di lettura del cinema della trasgressione, secondo Pedro. Quanto fino ad allora era stato oggetto di censura viene liberato dalla "Factory madrilena" e il regista mostra per la prima volta sugli schermi spagnoli i temi più controversi e trasgressivi. La variegata sessualità e l'omosessualità - con molto anticipo sul transgenderismo fluido - diventano protagonisti, così come vengono descritte le periferie urbane, la movida giovanile e l'uso ricreativo, seppur drammatico, di droghe di ogni tipo. Almodóvar - innamorato del suo alter-ego, Patty Diphusa, ragazza traviata, ricca di difetti, contraddizioni e voglia di vivere - intellettualmente onesto è sempre interessato alle storie della gente comune e con bonaria, seppur affilata, ironia sbeffeggia senza remore le nevrosi, le ipocrisie del modello cattolico-democratico; mentre è sempre solidale con la donna che è spesso centrale nella narrazione, il modello maschile tradizionale viene considerato negativo senza riserve; In questa prospettiva l'omosessuale è un folletto anarchico e sorprendente, un Mercuzio creativo con la sessualità degli angeli. In ¿Qué he hecho yo para merecer esto? Almodóvar descrive la realtà proletaria di una casalinga e dei suoi figli adolescenti nella sterminata periferia di Madrid, con un'iguana a far da testimone a un mondo fuori di testa.

Mercoledì 24 luglio ore 20.30

A SERA DELLA PRIMA (Opening Night)
John Cassavetes, 1977, USA, 110 min
V.O. inglese, sottotitoli italiano

introduce Gina Annunziata - Storia e critica del cinema, Università degli Studi L'Orientale e l'Accademia di Belle Arti di Napoli.

Parlare di John Cassavetes significa anche parlare di Gena Rowlands, interprete di gran parte della sua cinematografia. Coppia inscindibile nell'arte e nella vita, entrambi sono interpreti de La Sera della Prima, dove l'afflato esistenziale delle opere precedenti girate insieme si conserva intatto, travalicando i confini del cinema sperimentale indipendente newyorkese, e si espande nella grande produzione di stampo hollywoodiano. Il film è ambientato nel mondo del teatro, dove la dimensione drammatica si costruisce nel contrasto tra realtà e finzione e l'occhio della cinepresa scava nella tensione che diviene conflitto, portando alla luce, fotogramma dopo fotogramma, le asperità delle relazioni interpersonali e la loro frammentazione. Nel dramma di Cassavetes, l'incomunicabilità tra gli individui, già teorizzata dal modernismo europeo degli inizi del 900, è resa contemporanea e si trasferisce in una terra desolata americana - dove le convenzioni scoppiano per l'ambiguità dei sentimenti compromettendo la vita di relazione - pur rivelandosi nella formula della messinscena dentro la messinscena.

Giovedì 25 luglio ore 20.30

L’INQUILINO DEL TERZO PIANO (Le Locataire)
Roman Polański, 1976, Francia, 125 min
V.O. inglese, sottotitoli italiano 

introduce Antonio Saccone - Letteratura italiana moderna e contemporanea, Università degli studi di Napoli Federico II

Nato a Parigi da una famiglia polacca di religione ebraica e cresciuto a Cracovia, Roman Polański è viaggiatore del mondo e il suo cinema non può essere racchiuso dentro confini nazionali. Sfuggito alla deportazione dai campi di sterminio nazisti, da dove i suoi genitori non ritorneranno, trova nel cinema il contenitore in cui veicolare il suo dolore dando subito prova di un inquietante immaginario dove incubo e realtà si fondono e confondono, fin dai primi superbi lavori giovanili in bianco e nero. Sebbene sia anche autore di parodie e commedie grottesche, talvolta interprete dei propri film e quelli di altri registi, trova nella dimensione del thriller psicologico la sua potenza narrativa. Dopo soggiorni abbastanza sereni in Francia e nella Swinging London, giunto a Hollywood ottiene il successo internazionale con Rosemary's baby, tuttavia la sua vita è destinata a essere ancora segnata da eventi tragici e scandali. Nel 1969 Sharon Tate, in stato interessante, viene assassinata a Beverly Hills per mano di Charles Manson. Polański continua a esorcizzare quanto accade attraverso il mezzo cinematografico e reinterpreta il lutto e la perdita della moglie e del figlio che portava in grembo: ritornato a Parigi, gira nel 1976 L'inquilino del terzo piano, tratto dal romanzo neo-surrealista di Roland Topor Le Locataire Chimerique. In questo thriller dai molti livelli interpretativi, il regista indaga tra i piani della realtà e dell'allucinazione, dove l'io e l'altro da sé sono sdoppiati in giochi di specchi e ombre e quanto emerge dal subconscio, tra paura e irrazionalità, è sobillato dalle voci di dentro.

Author: Redazione

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