Scampia, le Vele e i sognatori abusivi nel libro di Monica Buonanno
Cosa sono state e cosa rappresentano oggi le Vele di Scampia? Come si è arrivati all’abbattimento della Vela Verde? Che ruolo hanno avuto i comitati cittadini e le istituzioni in questo percorso? Quanto pesa ancora oggi sul quartiere lo stigma di Gomorra?
Parte da questi interrogativi Monica Buonanno nel libro “Siamo solo sognatori abusivi. Scampia ammaina la vela”, il racconto che ripercorre i 4 anni della sua esperienza amministrativa durante la seconda giunta De Magistris (2018/2021) come assessore alle Politiche sociali e al lavoro, con molte deleghe tra cui quelle del Diritto all’abitare e delle Risorse strategiche. “Una ricostruzione fatta non per autoesaltarmi naturalmente – sottolinea lei – ho voluto raccontare per ricordare, affinché nulla vada perso perché la memoria è di per sé già lotta”.
L’accento del libro, edito da DeNigris, infatti, è posto sul protagonismo del Comitato Vele di Scampia, che raccoglie la volontà di Vittorio Passeggio e la rafforza in movimento di lotta per il lavoro e la casa a Napoli. Solo l’incontro tra quella battaglia messa in campo da un gruppo di cittadini attivi e il ruolo delle istituzioni impegnate in prima linea su quei temi ha potuto rendere possibile e praticabile un percorso che si è concluso con l’abbattimento delle Vele, simbolo di degrado sociale, urbano, sanitario e ambientale.
Il valore della partecipazione civica
Il valore della partecipazione civica e democratica è al centro del racconto che parte da una cruda verità, ma anche da un'azione di cooperazione tra popolo e istituzioni coinvolta in un'impresa epica di abbattimento non solo della Vela Verde, ma di uno stereotipo. “Uno stigma che purtroppo stenta a scomparire, nonostante oggi Scampia sia molto lontana da quella raccontata da Roberto Saviano. Basti pensare che lì dove un tempo dominava la criminalità organizzata e si svolgeva la principale piazza di spaccio d’Europa, lì dove si faceva la conta giornaliera dei morti uccisi, ora sorge una sede dell’Università”, spiega Monica Buonanno. Sede universitaria che ospiterà i nuovi corsi di Laurea in professioni sanitarie e in medicina e sarà inaugurata proprio oggi, 17 ottobre 2022, nella periferia occidentale di Napoli,
Una conquista importante nell’ottica della rigenerazione sociale e culturale di Scampia, di cui ci sono stati segnali evidenti, che avrà non poche conseguenze in questa periferia.
Cosa significa la nascita dell’Università per il quartiere? “Servizi pubblici più efficienti, miglioramento del trasporto pubblico locale, creazione di un indotto importante, come è avvenuto già a San Giovanni a Teduccio. Penso al manifatturiero, alle attività che nasceranno tutto intorno alla sede, oltre che all’interno. Insomma, una svolta oggettiva al di là della visione romantica dell’università che nasce lì dove fino a qualche anno fa c’erano 7 uccisi al giorno per mano della camorra”.
Il futuro di Scampia oltre Gomorra
“I passi successivi dovrebbero essere la riqualificazione della Vela Celeste e la collocazione in una altra vela degli uffici dell’area metropolitana, secondo il progetto Restart Scampia – dice la Buonanno – ma non conosco lo stato dell’arte attuale. Senza polemiche, io non so cosa si stia facendo ora a 13 mesi dall’insediamento della giunta Manfredi. Posso dire che noi abbiamo fatto tanto, abbiamo reso possibile quello che per 25 anni non si era fatto facendo procedere a grandi passi la macchina amministrativa, anche laddove la burocrazia sembrava andare molto più a rilento rispetto alle lotte dei comitati ed era necessaria una buona dose di capacità di mediazione”.
Nel libro, infatti, ci sono anche tutte le delibere, gli atti amministrativi, gli strumenti, insomma, messi in campo, parallelamente alle battaglie condotte dal basso per raggiungere uno scopo comune. “Nel mio piccolo, aspiro a rivolgermi anche a un pubblico di addetti ai lavori, fornendo una sorta di piccolo manualetto pratico. Quello che deve essere chiaro è che nei processi democratici la cooperazione tra movimenti e amministrazioni è vincente. Scampia lo dimostra, ma esistono tanti esempi simili nel nostro Paese”. “Con la mia esperienza di amministratrice, poi – aggiunge la Buonanno – visto che avevo un cumulo di deleghe, si incrociavano diversi diritti, il diritto alla casa, al lavoro, all’istruzione, alla salute”.
IL LIBRO
Un caso di studio necessario, un esempio da cristallizzare per le future generazioni costrette a combattere a causa del disinteresse della politica. Arricchito dalla prefazione di Sabina De Luca, tra le massime esperte di politiche di coesione in Italia, il volume è il racconto diretto di una battaglia che non poteva semplicemente chiudersi a colpi di ruspe.
Le Vele di Scampia erette da un determinato e banalizzante storytelling a simbolo del male assoluto - e delle bandiere bianche sventolate dallo Stato - e l’iconoclastia della loro caduta sono il frutto di una situazione sociale complessa sfociata in una lotta comune che ha canalizzato le forze di popolo, società civile e istituzioni e che va ben oltre la storia del Comitato Vele e dell’abbattimento in sé. È una riflessione sui diritti negati a intere comunità, ai mostri creati dalla cattiva gestione della res pubblica ancora prima dei mostri sui pilastri, sulla possibilità di recupero urbano e di inclusione delle periferie.
Il racconto dell’abbattimento della Vela Verde, insomma, è un motivo per rappresentare una storia diversa fatta di resistenza e determinazione, di diritti violati e diritti reclamati, che non si può appiattire e per questo il racconto di Buonanno diventa un documento necessario su ciò che è accaduto e su ciò che potrà accadere ben lontano dalle Vele e da Scampia, nelle periferie d’Italia che condividono la stessa condizione.
L’AUTRICE
Monica Buonanno ha diretto e coordinato azioni di sviluppo occupazionale, urbano, sociale e abitativo in connessione con le direttive europee e nazionali; ha seguito le vertenze simbolo del Mezzogiorno deindustrializzato, da Whirlpool a Ericsson, da Tirrenia a Caf Italia per RFI, curando i rapporti con le rappresentanze sindacali dei lavoratori e con il Governo centrale; ha assistito la riqualificazione sociale e abitativa di Scampia e di Napoli Est; ha governato le politiche sociali nel corso della pandemia da Covid 19 in una delle metropoli più difficili del Paese, sempre con la massima attenzione all’equità nelle erogazioni ed alla giustizia verso le più complesse e drammatiche situazioni di povertà. Autrice di articoli e saggi sulle cause e sugli effetti della disoccupazione nelle diverse forme di povertà con particolare attenzione alla povertà abitativa, convinta dell’inadeguatezza di politiche che segmentino e ingessino servizi e misure contro le povertà in un mondo in cui le disuguaglianze sono sempre più nette.
LA PRESENTAZIONE
“Siamo solo sognatori abusivi. Scampia ammaina la vela” è stato presentato mercoledì 19 ottobre alle 17 al ristorante di Poggioreale Il Poggio. Con l’autrice sono intervenuti, fra gli altri, il presidente del gruppo di imprese sociali Gesco Sergio D’Angelo, il docente di Economia Politica della Federico II Marco Musella.