Maradona jr: Napoli, mio padre e la città degli ideali
Nato a Napoli, ma con un cuore argentino.
O forse è la stessa cosa, dal momento che è stato proprio suo padre a creare questo legame indissolubile. Un legame ancora più forte, se possibile, dimostrato negli ultimi mesi, a seguito della sua scomparsa. Non ci conosciamo di persona, ma ne approfitto per mandarti un virtuale abbraccio, per una persona che era molto più di un calciatore, ma l’anima di questa città.
È indubbio, è un legame fortissimo che esiste da tanti anni, sono due popoli che si amano attraverso la figura di mio padre. Per me questo è motivo di immenso orgoglio. Inoltre di recente ho finalmente ottenuto la cittadinanza argentina: essere cittadino argentino è una cosa che ho sempre sognato, fin da bambino, per me è un modo di tornare alle radici, alle mie origini.
Tu come vivi, da napoletano, da sportivo, il legame con questa città?
Io sono un grande tifoso del Napoli e di Napoli e la vivo con grande passione, vivo con amore e con enfasi tutto ciò che concerne il calcio e la città.
Colui che per noi è D10S, Diego, ‘o mast, o semplicemente Lui, con la L maiuscola per Diego Armando Maradona jr è, semplicemente, un padre. Semplicemente forse non è il termine adatto, dal momento che non è una storia semplice, passata anche per le aule di un tribunale, e il vostro legame, che tu hai tra l’altro raccontato un libro dolceamaro Maradona, mio padre, scritto con Annamaria Chiariello, ha affrontato momenti di crisi e riavvicinamenti. So che è impossibile raccontare in un’intervista una storia così, da romanzo, ma se ti chiedo la prima immagine che ti viene in mente parlando di lui?
Non è facile, ma certamente l’immagine per me più bella è mio padre che gioca con mio figlio in braccio, un’immagine che chiude un cerchio che non si chiudeva da anni. Porto nel cuore il dispiacere di non avergli potuto mettere in braccio la mia seconda figlia, purtroppo. Ma quel ricordo, papà che gioca con il nipote, è qualcosa di bellissimo che mi porterò sempre nel cuore.
Questa rubrica si chiama Barsport e quindi facciamo un po’ di chiacchiere da bar, come lo vedi questo Napoli?
Io credo che Gattuso abbia fatto un ottimo lavoro, abbia fatto un lavoro di livello e sarebbe un peccato perdere tutto questo. Quest’anno ho visto nonostante tutto un Napoli bello, positivo, quando le assenze lo hanno permesso, sfido qualunque squadra a fare a meno per mesi di due talenti come Mertens e Koulibaly, di vedere schierata una difesa che non aveva mai giocato insieme, di andare avanti nonostante tutte le assenze per Covid. Essere arrivati fin qui è un miracolo, ma intendiamoci: è un miracolo per le avversità, non per la qualità, che secondo me è altissima. È una rosa che poteva lottare con l’Inter fino alla fine. È stata una stagione tormentata, e con tutto ciò ha fatto molto meglio di altre, come Lazio, Milan. Onore a questi ragazzi che hanno portato avanti una stagione con difficoltà enormi.
E già che, a quanto dicono, non si vive di solo calcio, come vedi il futuro di questa città? C’è un candidato che ti convince?
Io sosterrò la candidatura di Sergio D’Angelo, innanzitutto perché è una persona per bene, e Napoli ha bisogno di persone per bene. Poi rispecchia la mia idea politica, il mio ideale. Non è vero che ormai non contano più gli ideali, o non è vero che bisogna seguire chi ha più seguito, non appoggerei mai una lista che sostenga Salvini o Meloni. Sono invece molto felice di appoggiare la sua candidatura, e sono convinto che sia una persona che può dare tanto a Napoli, ed è l’unica cosa che alla fine conta veramente. Il bene di questa città.