Napoli al primo posto per vivibilità climatica? Oltre le classifiche, c’è la realtà
Fa ovviamente piacere, ma una certa impressione, trovare Napoli al primo posto delle grandi città italiane nella classifica dell’Indice di vivibilità climatica. Prima fra le grandi città e 17esima fra i capoluoghi italiani. Almeno nel 2022 c’era chi stava peggio, in un paese che comunque non brilla per cura del territorio e nel quale si moltiplicano ovunque i fenomeni climatici estremi, fino alle conseguenze tragiche dell’alluvione di Casamicciola a Ischia o di quella recente in Romagna.
Incasso comunque il buon risultato fatto registrare dalla nostra città nel corso dello scorso anno. Come auspicio a fare meglio, ma soprattutto andando a leggere più a fondo i dati di una classifica che resta variabile, se Napoli era appena 93esima nel 2021 e la variazione in positivo non è addebitabile in concreto alla mano dell’uomo ma a mutate condizioni climatiche. Insomma, niente che autorizzi a sedersi sugli allori di una posizione geografica favorevole, o sulla presenza del mare che ci dà un indubbio vantaggio su altre città caratterizzate invece da un clima continentale.
Leggendo più approfonditamente i 14 indicatori che determinano la classifica, ci sono i dati poco sorprendenti delle poche giornate fredde, o della brezza mite cha raramente si fa vento devastante. Poi ci sono le criticità. Siamo al 69esimo posto per la siccità, all’84esimo per le piogge intense e addirittura al 90esimo su 108 per il numero di notti tropicali, quelle in cui si suda pur restando immobili e dormire diventa un’impresa disperata.
Come tutte le classifiche anche questa realizzata da ilmeteo.it e il Corriere della sera è comunque opinabile. Basti pensare che in quella delle città più verdi del Sole 24 Ore occupiamo una poco lusinghiera 91esima posizione, scontando la scarsa alberazione, il poco verde pubblico, l’insufficienza del trasporto pubblico cittadino, la quasi inesistenza delle piste ciclabili, la presenza rilevante di Biossido di Azoto e Pm 10 nell’aria che respiriamo e una raccolta differenziata che non decolla.
Insomma, soddisfazione sì ma contenuta.
Nessuno legga il risultato come incentivo ad attrarre altre auto sulle strade cittadine. Ci penso mentre uno spiraglio si apre nella lunga coda di auto e riesco a percorrere una decina di metri prima di bloccarmi di nuovo. Come vorrei vivere in un posto dove vado al lavoro prendendo la metropolitana sotto casa e i treni passano regolarmente.