Acqua del rubinetto a Napoli. i falsi miti da sfatare
Italia: patria di santi, poeti, navigatori e…fonti d’acqua. Sono circa 700 i comuni in cui si rileva la presenza di almeno un sito estrattivo di acque minerali naturali, per 173 fonti totali.
Eppure proprio il Bel Paese è il primo al mondo per numero di persone che bevono acqua in bottiglia, consumando così enormi quantità di plastica. La città di Napoli è il linea con il trend nazionale. I motivi? Una scarsa fiducia nella salubrità di quanto sgorga dai rubinetti domestici. Falsi miti che la presidente di Abc Napoli Alessandra Sardu intende finalmente sfatare. “L’acqua che giunge nella città di Napoli proviene dalla fonte di Santa Lucia di Serino, in Irpinia – spiega – è un’acqua dalle ottime proprietà organolettiche e oligominerali, spesso di qualità decisamente migliore rispetto a quella che si trova in bottiglia”.
La rete idrica napoletana è sicura e controllata: l’84,8% dell'acqua potabile proviene da fonti sotterranee (+20 punti percentuali rispetto alla media europea), naturalmente protette e di qualità e che richiedono limitati processi di trattamento. Eppure solo il 29,3% dei cittadini italiani beve abitualmente acqua del rubinetto. Con 223 litri di acqua in bottiglia pro capite all’anno ne consumiamo più di due volte la media europea (87 litri pro capite annui). “Il problema del forte consumo di acqua in bottiglia diventa particolarmente urgente se si parla di impatto ambientale. E l’impatto ambientale è un discorso centrale quando si parla di ecosostenibilità e cambiamento climatico”. Altro falso mito riguardante il consumo di acqua di rubinetto è legato alla rete idrica cittadina, considerata fatiscente e vetusta. Molti cittadini infatti sostengono che, seppure la qualità dell’acqua sia in partenza buona, questa venga poi “contaminata” attraversando le tubature che la portano nelle nostre case. “Niente di più sbagliato anche in questo senso – aggiunge Alessandra Sardu – l’acqua che giunge nelle nostre case è continuamente controllata e supera quotidianamente esami accuratissimi”.
Cosa fare dunque affinché il cittadino torni a credere nell’”acqua del sindaco”? “Possiamo agire su due fronti. Da una parte abbattendo preconcetti culturali con un’opera di informazione e aumentando la cultura della sostenibilità. Dall’altra operando un reale ammodernamento della rete idrica della città di Napoli. – prosegue la presidente di Abc Napoli – Recentemente sono stati stanziati diversi milioni di euro per sostituire l’intera rete con una nuova rete idrica “intelligente”. Un sistema computerizzato sarà in grado di monitorare la rete idrica, individuando tempestivamente perdite e difetti dell’erogazione, con un importante risparmio di acqua persa. Inoltre saranno cambiati tutti i vecchi contatori con strumenti nuovi e più performanti”. L’opera di sostituzione completa di tutta la rete idrica napoletana sarà terminata nell’arco di un anno e mezzo, mentre il cambio dei contatori è già in atto. “Ci sta particolarmente a cuore che il cittadino si senta sicuro nel bere l’acqua del rubinetto: a partire dal 2024 una squadra di tecnici dell’Abc provvederà ad una azione di informazione porta a porta, occasione anche per fare dei prelievi di acqua direttamente nelle case degli utenti”.
In foto: la presidente di Abc Napoli Alessandra Sardu