Giovedì, 21 Novembre 2024

Merendina più piccola ma il prezzo resta uguale. Perché?

Il Junk Food destinato ai giovanissimi si rinnova e diventa più “leggero”. Per leggero si fa riferimento certamente all’apporto calorico - minore rispetto alle merendine di dieci anni fa – ma anche al peso netto dei prodotti che in media diminuisce del 15%. Il consumatore si trova quindi ad acquistare tendenzialmente una minor quantità di prodotto pagando lo stesso prezzo e, in alcuni casi, addirittura di più. Come mai?

Più tasse e meno prodotto per contrastare l’obesità

In base a quanto segnalato dall’OMS – Organizzazione Mondiale della sanità, la tassazione dei prodotti quali merendine e bibite gasate destinati soprattutto a bambini e ragazzi dovrebbe essere aumentata al fine di aumentarne il costo e limitarne, di conseguenza, l’acquisto. L’aggiornamento 2019 della revisione Cochrane “Interventions for preventing obesity in children” che analizza l’efficacia di una serie di interventi dedicati alla prevenzione dell’obesità nei bambini e adolescenti – fra cui iniziative che promuovono uno stile di vita sano e divieti alla pubblicità per minori – il prezzo dei prodotti gioca un ruolo importante nelle scelte alimentari. Questo dato è legato ad un’evidente tendenza all’obesità fra bambini e adolescenti di estrazione socio-economica più bassa. L’esempio dei Paesi europei che hanno già adottato strategie di dissuasione dal consumo eccessivo di “cibo spazzatura” mostra chiaramente l’efficacia di tali misure: la maggiorazione dell’imposta sui prodotti ad alto contenuto di zucchero comporta un gettito fiscale fra i 60e i 300 milioni di euro all’anno, nonché un importate risparmio sulle spese di assistenza sanitaria nazionale a lungo termine.

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Cosa succede in Italia

Nel 2019 il Governo Conte si è espresso come possibilista circa l’ipotesi di una tassazione speciale per alimenti e bibite altamente zuccherati. L’argomento è poi passato in secondo piano negli ultimi anni, anche in seguito a quanto espresso dalle associazioni di settore.  Secondo le stime elaborate dal Codacons, se la tassa su merendine e bibite gassate dovesse entrate in vigore, determinerà un  aggravio di spesa pari a 58 euro annui per nucleo famigliare.

Merendine più sane. Ma è sufficiente?

Secondo i dati resi noti da AIDEPI – Associazione dell’industria dei dolci e della pasta italiana, negli ultimi dieci anni il contenuto di zuccheri nei prodotti da forno che si trovano in commercio si è abbassato in media del 30%. Lo stesso vale per  i grassi saturi, diminuiti del 20% circa. Di conseguenza anche l’apporto calorico è inferiore passando dalle 200 di dieci anni fa alle 157 di oggi, con una riduzione del 21%. Ci si chiede se ciò sia sufficiente, considerando che l'Italia è oggi uno dei Paesi d'Europa con il più alto tasso di obesità infantile: secondo l'ultimo report di OKkio alla Salute del Ministero della Salute, su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% (soprattutto maschi) è in sovrappeso e il 9,4% è obeso.

In Campania dati discordanti

In una classifica nazionale già preoccupante, i dati più allarmanti giungono dalla Campania che risulta essere la Regione italiana più in sovrappeso.  
Sono 700 mila gli obesi, tre milioni le persone con un peso eccessivo, di cui il 36% sono  bambini e adolescenti. Numeri in contrasto se si accostano al consumo di junk food da parte dei giovanissimi, più alto nel nord Italia: La Campania è infatti la Regione che “mangia”  meno merendine in assoluto. Si conferma che le motivazioni alla base del fenomeno del sovrappeso sul territorio sono molteplici, non direttamente legate a ciò che si mette in tavola ma ad un concetto di stile di vita sano a più ampio spettro. Solo quattro bambini su dieci in Campania praticano regolarmente uno sport, mentre in media al nord Italia è il 70% della popolazione in età scolastica a fare movimento.

Author: nuovoeditore

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