Orfani di femminicidio, uno spot per ricordare chi è vittima due volte
Sono 305 gli orfani di femminicidio di età inferiore ai 21 anni nel sud Italia. Un numero a cui dare non solo un’identità ma a cui fare una promessa: essere gli ultimi.
“Orfani di femminicidio: vittime due volte” è il titolo del convegno che si è svolto nella Sala Giunta della Regione Campania venerdì 23 febbraio 2024, alla presenza di oltre cento operatori del settore del sociale. Hanno partecipato, fra gli altri, Lucia Fortini, Assessora alle Politiche sociali della Regione Campania; la consigliera Roberta Gaeta; Marianna Giordano, presidente Cismai, Simona Rotondi dell’impresa sociale Con i Bambini e Giovanni Galano, garante regionale infanzia e adolescenza. Fra i principali sostenitori di questo incontro - volto a porre in luce uno spaccato sociale su cui si accendono i riflettori solo in concomitanza del crimine e su cui poi cala l’indifferenza generale - è il progetto Re.S.P.I.R.O. - Rete di sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli Orfani speciali, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile .
La denuncia
“È aberrante che l’orfano debba fare domande per avere un sussidio e che questo non venga erogato immediatamente. Devono essere le istituzioni ad andare dagli orfani e non viceversa. A questi bambini è stata tolta non solo la cosa più importante, che è la madre, ma spesso sono tolti anche i loro sogni, si tratta di bambini che sono colpiti e non possono fare quello che avrebbero dovuto. A me, per esempio, è stato tolto il sogno di poter studiare. I giovani oggi hanno bisogno di essere ascoltati”. Senza mezzi termini Giuseppe Delmonte denuncia la situazione in cui si trovano i figli delle donne vittime di femminicidio. “Vittime due volte” appunto, di chi ha tolto la vita alla madre e delle istituzioni assenti.
Anche Giuseppe è un orfano di femminicidio. Nel 1997 sua madre fu uccisa dall’ex marito a colpi d’ascia. All’epoca lui e i suoi fratelli furono lasciati soli, oggi a distanza di anni è diventato un testimonial del Progetto Respiro, raccontando la sua esperienza in giro per l’Italia e battendosi per gli altri orfani di femminicidio. Ma cosa si può fare concretamente per questi ragazzi, spesso minorenni? “La caratteristica fondamentale del modello d’intervento di Respiro è l’accompagnamento degli orfani e dei loro carergiver in una logica multiagenzia trauma informed, a partire dalla costruzione e sperimentazione di forti relazioni personali che si vivono nella quotidianità con vite segnate dal lutto e dal trauma” Ha spiegato Fedele Salvatore, presidente della cooperativa sociale Irene 95, ente capofila del progetto Respiro.
La rete
L’incontro ha avuto l’importante compito di porre sul tavolo della discussione le criticità che si riscontrano nei casi di femminicidio quando vi sono, come vittime superstiti, dei minori. Il raccordo fra uffici territoriali e centrali risulta fondamentale per monitorare il fenomeno e – in seguito alla lettura dei dati emersi – analizzare se la legislazione esistente è efficace o andrebbe aggiornata.
Altro passo importante da compiere riguarda il settore della formazione per tutti gli operatori degli enti che possono entrare in contatto con orfani di femminicidio, a partire dalla magistratura e dalle forze di polizia. Sul fronte della cosiddetta “prima emergenza” - ossia tutto quello che succede appena accade un femminicidio - l’equipe di Respiro è stata individuata come realtà di riferimento chiamata a intervenire prontamente, in modo da instaurare un meccanismo virtuoso di pronto intervento standardizzato in tutti i territori.
La campagna di comunicazione
Il convegno è stata anche l’occasione per il lancio della campagna di comunicazione che verrà diffusa dagli inizi di marzo. “L’idea di questo spot è nata dal desiderio di togliere dall’invisibilità e dall’indifferenza gli orfani di speciali. Per farlo, abbiamo creato una campagna che permettesse di immergere lo spettatore all’interno del dramma familiare che si è consumato”, ha commentato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia.
Guarda lo spot di sensibilizzazione del progetto RESPIRO:
https://drive.google.com/file/d/1CwGoXreEfB2UbFFcha0mqNccwmqDrKF-/view?usp=drive_link
Info:
www.conibambini.org