Tagli alla cultura, la petizione per lo sblocco dei fondi destinati alla Campania
Al via una petizione contro i tagli alla cultura proposta dal comitato “La cultura è l'anima di una comunità”, composto dalle organizzazioni di categoria e dagli enti che operano nel mondo della cultura e dello spettacolo in Campania. Si tratta delle principali realtà che erano presenti sabato 17 febbraio 2024 al Teatro Sannazaro di Napoli, chiamati a raccolta dal governatore della Campania Vincenzo De Luca che, con lui, condividono le preoccupazioni per il blocco dei fondi Sviluppo e coesione che la Regione attende da un anno e mezzo.
La vicenda: il ricorso accolto dal Tar Campania
Ricordiamo che, nei giorni scorsi, il Tar Campania ha accolto il ricorso della Campania avverso il Ministero per le Politiche di Coesione, e ha assegnato al Dipartimento per la Coesione il termine di 45 giorni per la definizione dell'istruttoria e la predisposizione dello schema di accordo da sottoscrivere con la Regione Campania, riservandosi la nomina di un commissario ad acta nell'ipotesi di elusione del termine stabilito.
"Il Tar Campania assegna così al Dipartimento per le Politiche di Coesione un termine preciso e inderogabile per definire l’istruttoria. Da un anno e mezzo, la Regione Campania ha risposto a tutte le richieste del Ministero, ma senza esiti positivi. L'attuale pronuncia del Tar pone un punto fermo rispetto a una procedura che non si può tenere bloccata a tempo indeterminato", si legge nella nota diffusa dalla Regione.
Un modo per salvaguardare 12mila posti di lavoro nel comparto della cultura e dello spettacolo. I lavoratori del settore, peraltro, saranno in presidio venerdì primo marzo proprio a via Santa Lucia, presso la sede della Regione Campania, per l’iniziativa organizzata dai sindacati.
La petizione “La cultura è l'anima di una comunità”
Nel testo della petizione, firmata già da oltre 1300 persone si legge: “Il ritardo nella erogazione delle risorse destinate per legge alla Regione Campania compromette la programmazione dei grandi e piccoli eventi sul territorio regionale nelle filiere del teatro, dello spettacolo e dell’audiovisivo che vedono impegnati oltre 12 mila addetti. Sono a rischio posti di lavoro a tutti i livelli: maestranze, tecnici, professionisti e artisti, con un effetto paralizzante per l’intero sistema. La cultura non è un costo ma un investimento e, come tale, è un’occasione di sviluppo. Chiediamo al governo lo sblocco immediato delle risorse. Fate presto!”.
Qui il link per firmare l’appello