Carcere: situazione drammatica in Campania tra sovraffollamento e mancanza di cure
Sovraffollamento, presenza di detenuti con doppia diagnosi, assenza di psichiatri e psicologi, e un tasso di suicidi superiore a quello delle persone libere: sono le gravi criticità emerse dalla relazione annuale redatta da Samuele Ciambriello, garante delle persone private della libertà della Campania. I dati regionali mettono in evidenza una serie di problematiche che riflettono le difficoltà dell’intero sistema penitenziario nazionale.
In Campania erano presenti, al 31 dicembre 2023, 7.330 detenuti, di cui 898 stranieri e 350 donne. Presenti al 31 marzo 2024 in Campania: 7.514, di cui 958 stranieri e 371 donne. Al 31 marzo 2024 nell’I.C.A.M. di Lauro risultano presenti 4 detenute con 4 figli.
Tra le situazioni più critiche in Italia c’è quella della Casa circondariale di Poggioreale, posizionata al 52° posto a livello nazionale, con 2.067 detenuti presenti a fronte di una capienza regolamentare di 1.358 e un indice di sovraffollamento del 152,21%.
La mancanza di operatori pubblici e privati che continua a rappresentare il terreno spinoso delle nostre strutture penitenziarie, dei sofferenti psichici, di tossicodipendenti, di coloro che a vario titolo sono in un’area penale esterna o presenti in Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura.
“Il carcere dovrebbe essere invece uno strumento che promuove attività d’inclusione della persona, di miglioramento, dove i detenuti possono scontare la pena in un ambito di crescita, in un’ottica di sviluppo della persona potenziando le loro capacità per un futuro migliore”, scrive Ciambriello.
I detenuti malati di mente, in Campania sono più di 400.
Nelle carceri di Poggioreale e di Secondigliano continuano ad essere presenti, in numero elevato, i detenuti con sofferenza psichica. Ci si continua a chiedere chi cura i malati mentali o persona con sofferenza psichica?
“Dovrebbe essere prevista l’istituzione di una specifica articolazione di unità operativa semplice U.O.S.S. all’interno di ogni carcere, dotata di autonomia e collocata nell’ambito dell’assetto organizzativo del Dipartimento di Salute Mentale, formata da gruppi operativi come psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori. Dunque, così come esiste il Ser.D in area penale, sussiste la necessità della presenza di unità operative semplici del dipartimento di salute mentale, che, per l’appunto, abbiano figure che garantiscano la salute mentale attraverso attività di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento di coloro che presentano un disagio mentale o una malattia psichica”.
Un altro problema delle carceri campane è rappresentato dalla presenza di detenuti tossicodipendenti: arriviamo a 1.400, la metà dei quali denunciati dai familiari.
Guardando ai dati, risulta evidente che servono più misure alternative al carcere, per diminuire il sovraffollamento e consentire un miglior trattamento rieducativo.