La cura: testimoniare il lavoro sociale e la fine dell’era dell’integrazione
Il prendersi cura delle persone fragili è quel concetto fondamentale alla base del lavoro sociale che si è realizzato sul territorio negli ultimi 30 anni, lo stesso a cui pensava Franco Basaglia quando prese avvio la sua Riforma: un contributo enorme alla comunità che non sempre è stato veicolato e valorizzato nel modo giusto.
Nasce da questo presupposto a Scampia il progetto di ricerca-azione “La cura” del centro diurno di salute mentale Gattablu della cooperativa ERA (Gesco), che intende connettere riabilitazione psicosociale, arte collettiva e cartografia critica.
Il progetto “La cura”: rendere visibile l’invisibile
Il progetto, in realtà, è il frutto di un percorso durato un anno che ha coinvolto utenti e operatori, insieme alla rete territoriale di associazioni di Scampia e a tante persone che hanno contribuito ad arricchire quest’esperienza.
Curato dal centro Gattablu della cooperativa sociale ERA e realizzato in collaborazione con il gruppo di imprese sociali Gesco, la cooperativa L’Uomo e Il Legno, e la rete Pangea, “La cura” vuole testimoniare un’operatività comune ai centri diurni di salute mentale, per rendere visibile il lavoro di cura quotidiana svolto dagli operatori sociali attraverso pratiche trasformative e relazionali coltivate negli anni insieme a utenti, famiglie e territorio.
La mappa emotiva per una nuova narrazione
In particolare, la bellezza del prendersi cura è rappresentata attraverso una mappa emozionale, una installazione artistica realizzata attraverso laboratori collettivi di contro-mappatura e contro-narrazione. Il risultato è una narrazione che, attraverso i vissuti personali e collettivi, ha stabilito nuovi simboli di lettura dello spazio, dove disegni, colori, parole, fili e snodi sono linguaggi complementari a raccontare in un fermoimmagine la storia di una comunità che cura.
Il progetto sarà presentato e illustrato nei dettagli venerdì 27 settembre alle 17 presso la sede dell’Ottava Municipalità di Piscinola-Marianella (in piazza Tafuri). L’incontro sarà un’occasione di confronto e dialogo sui temi della cura, della salute mentale, dell’esperienza del Gattablu a Scampia. Interverranno, tra gli altri: Nicola Nardella, presidente dell’Ottava Municipalità del Comune di Napoli; Giacomo Smarrazzo, presidente di Gesco; Mirella La Magna, Gruppo di risveglio dal sonno (Gridas); Aldo Bifulco, Circolo Legambiente La Gru; Adolfo Ferraro, psichiatra.
L'evento rappresenta una tappa di avvicininamento alla Biennale della Prossimità, in programma a Napoli, presso l'Albergo dei poveri, dal 3 al 5 ottobre 2024.
La fine dell’era dell’integrazione pubblico-privato sociale
Obiettivo dell’iniziativa è anche quello di denunciare la fine del modello di cura territoriale della salute mentale basato sull’integrazione tra pubblico e cooperazione sociale, causata dalla scelta dell’Asl Napoli 1 di aziendalizzare la cura sociale, rinunciando all’esperienza di oltre mille operatori attivi sui territori da più di trent’anni.
Di quel concetto di cura sociale, cuore della legge Basaglia che realizzò la chiusura dei manicomi e l’apertura dei servizi socio sanitari territoriali, generando inclusione ed emancipazione personale e collettiva, e favorendo il superamento dello stigma, potrebbe non restare più nulla.
“Rivendichiamo quanto nel tempo abbiamo fatto e facciamo, il riconoscimento di un patrimonio professionale e culturale costruito negli anni, il mantenimento dei livelli occupazionali, la necessità di riscrivere un nuovo patto sociale per rilanciare politiche pubbliche a sostegno delle persone fragili e delle comunità e rafforzare i servizi territoriali in sinergia mutualistica con la cooperazione sociale, perché si possa andare verso una sanità vicina alle persone e ai territori – scrivono i promotori dell’iniziativa - Che cosa stiamo perdendo? Le famiglie sono pronte a prendersi il carico dell’abbandono istituzionale? Cosa ci sarà dopo noi? Quali scenari, quali visioni per il futuro?”.
A Scampia Gattablu, la comunità che cura
Il Gattablu, nato nei primi anni ‘90 a Scampia con Sergio Piro, è stato uno dei primi centri di riabilitazione psichiatrica e psicosociale in Campania. Da sempre si è caratterizzato per praticare una proficua connessione tra espressione artistica e riabilitazione, partecipando a quei processi collettivi di rivendicazione urbana e sociale, di produzione di bellezza come modello inclusivo.