A Capodimonte, Oltre Caravaggio: un nuovo racconto della pittura a Napoli
Duecento opere provenienti dalle collezioni interne, senza prestiti esterni, un percorso che si sviluppa nelle 24 sale del secondo piano. Al Museo e Real Bosco di Capodimonte, diretto da Sylvain Bellenger, è stata inaugurata la mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli”.
Curata da Stefano Causa e Patrizia Piscitiello, l’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 7 gennaio 2023, ed è stata realizzata in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte Ets e American Friends of Capodimonte. L’obiettivo è quello di rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per amatori e storici il secolo di Caravaggio.
Partiti da un'idea di Bellenger, i curatori propongono di riconsiderare lo schema di Longhi, e pongono al centro Jusepe de Ribera, spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio (1571-1610) autore della celebre Flagellazione.
Con loro si trovano emiliani come Giovanni Lanfranco (1582-1647), Domenichino (1581-1641) e Guido Reni (1575-1642), i francesi Simon Vouet (1590-1649) e Pierre-Jacques Volaire (1729-1799), il bergamasco Cosimo Fanzago (1591-1678), i romani Artemisia Gentileschi (1593- 1653) e Gregorio Guglielmi (1714-1773), il belga François Duquesnoy (1597-1643), che aveva collaborato all'altare per il cardinale Ascanio Filomarino (1583-1666). Gli artisti napoletani traevano ispirazione da questi apporti, esportando il loro linguaggio in Italia e in Europa. Un esempio tra tutti, Luca Giordano (1634- 1705), chiamato a Venezia, Firenze e in Spagna (1692-1702) dove lascia traccia sui pittori locali.
''Vogliamo dimostrare vicinanza a questo museo e a questo direttore che con un manipolo di uomini va dritto per la sua strada, faro per la cultura campana e italiana'', ha detto il dg musei MiC Massimo Osanna.
Ribera e il primato dello Stile
Sulla base degli studi di Roberto Longhi il ’6oo napoletano è identificato come il secolo di Caravaggio. Ma se sostituissimo al nome del Caravaggio quelli di Ribera e Fanzago? Caravaggio soggiorna a Napoli due volte (ottobre 1606-giugno 1607 e ottobre 1609-inizi luglio 1610, per un totale di 18 mesi), mentre Jusepe de Ribera (1591-1652), spagnolo di nascita, vi arriva nella primavera 1616 e lo scultore e architetto bergamasco Cosimo Fanzago (1591-1678) nel 1608, stabilendosi entrambi in città fino alla morte. I due artisti sono pertanto le personalità cruciali per gli sviluppi della cultura figurativa nel Viceregno, per la loro presenza stabile sul territorio e la formazione di articolate botteghe che lavoravano sui modelli dei maestri. Lo stile di Ribera, partendo da una esasperata rappresentazione della realtà, si evolve verso un intelligente e appassionato recupero della grande lezione cinquecentesca di Tiziano (1488/1490 – 1576), con ampie stesure di colore e paesaggi luminosi che fanno da sfondo ai personaggi raffigurati, segnando in maniera indelebile tutti i pittori napoletani della sua e delle generazioni successive.