Palazzo Reale di Napoli, torna dal restauro l’arazzo dei Gobelins
Un susseguirsi di lavori e restauri al Palazzo Reale di Napoli dove questa mattina è partito alla volta del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale il trono che, grazie al progetto “Restituzioni” di Intesa Sanpaolo, sarà restaurato e ritornerà al suo posto nel febbraio del 2026. Al momento è stato sostituito da una seduta borbonica settecentesca e le fasi del restauro saranno illustrate da video e clip disponibili anche sui social.
Nella stessa giornata è stato riposizionato il secondo dei due arazzi della prestigiosa manifattura francese dei Gobelins, quello che rappresenta Il Fuoco, a completamento dei lavori che hanno interessato la Prima Anticamera, una delle sale in cui si attendeva di essere ricevuti dal re.
Dei due arazzi è stato restaurato prima quello esposto sulla parete sud che rappresenta L’Aria, riposizionato nel mese di aprile; oggi è tornato anche, sulla parete di fronte, il secondo in cui la rappresentazione della fucina del dio Vulcano simboleggia Il Fuoco. Sono in tutto quattro arazzi che compongono la serie degli Elementi acquistata nel 1814 dal re di Napoli Gioacchino Murat per arredare le sale di Palazzo Reale: gli altri due sono La Terra e L’Acqua, esposti nella Galleria.
Gli arazzi francesi, tessuti nel 1703, costituiscono la settima edizione della serie tessuta a partire dai cartoni che Charles Le Brun, pittore di corte di Luigi XIV, aveva dipinto nel 1664 e sono caratterizzati da un esuberante gusto barocco nelle parti figurate e dalla grande qualità delle nature morte ornamentali che, lungo il bordo, richiamano il tema iconografico.
Per il restauro di entrambi si è proceduto all’eliminazione dello strato di sporco particellare in superficie, sono state risarcite le scuciture ed è stato applicato un supporto in tela di lino nella parte posteriore, così da sostenere l’arazzo durante la sospensione a parete. Per il secondo arazzo, che rappresenta Il Fuoco, è stato possibile, dopo alcuni saggi, sottoporlo addirittura a un lavaggio, a completamento del lavoro realizzato dalla ditta Conservazione e restauro opere tessili di Graziella Palei.
Intanto proseguono i lavori di pulitura e restauro dello Scalone d’Onore, iniziati nel mese di luglio, che si concluderanno a ottobre e saranno temporaneamente sospesi in occasione del G7 della Cultura in programma la prossima settimana. L’intervento di pulitura delle macchie sugli scalini è fondamentale e risolutivo per l’attenuazione delle chiazze di ruggine ossidate. Il lavoro è affidato al Consorzio CO.MA.BER ed eseguito dalla ditta Officine Marmi Italia.