Martedì, 23 Aprile 2024

Educazione alimentare e allenamento: i consigli per rimettersi in forma dopo le feste

Finite le feste con gli annessi “bagordi”, il classico buon proposito di inizio anno è rimettersi in carreggiata e perdere i chili di troppo accumulati durante le vacanze natalizie.

Ma bisogna trovare, come sempre, il giusto equilibrio, tra corretta alimentazione e attività fisica: assolutamente vietati i digiuni, cui in tanti ricorrono pensando che abbassando il livello calorico si possa ritornare in forma in pochi giorni. Parola di Marco Mistone, preparatore atletico e personal trainer, che ha lavorato con atleti del livello di Allan e collaborato per l'app di Ibrahimović "Buddyfit", nonché titolare di una palestra al Vomero.

Insomma come ci si rimette in forma dopo le feste?

Anzitutto, sconsiglierei di fare digiuni, perché si commette l’errore di pensare che abbassando le calorie si perda peso in fretta. Consiglio di tornare a abitudini sane, laddove queste abitudini ci siano naturalmente, in primis una educazione alimentare e un minimo di allenamento che non significa per forza palestra ma movimento, meglio se assecondando i propri interessi. Terza cosa: non improvvisare ma affidarsi a professionisti, che siano nutrizionisti o personal trainer, ognuno nel proprio settore. 

Il personal trainer è una figura professionale sempre più richiesta, ma cosa fa esattamente? 

Un personal trainer propone un un percorso di allenamento personalizzato: per farlo, deve raccogliere una serie di dati, una sorta di anamnesi sulla persona e il suo stile di vita, fa dei test di movimento, indaga sul passato sportivo e sulle naturali predisposizioni, insomma tutto quanto occorre per far sì che insieme si possano fissare degli obiettivi a breve e a lungo termine, naturalmente raggiungibili e sostenibili. Non può fare diete o dare programmi nutrizionali perché non è abilitato a farlo, ma può dare consigli utili. 

Quali vantaggi ha un personal trainer? 

Il personal, cha ti segua all’interno di una palestra o a domicilio, è un professionista che ottimizza i tuoi risultati, salvaguarda la tua sicurezza perché ti segue passo dopo passo ed evita che tu ti faccia male. Ovviamente, se vieni seguito a casa, il servizio costa molto di più, perché si devono considerare le spese extra, per il trasporto e l’impegno che richiede portare le proprie attrezzature a domicilio. Ora questa figura va sempre più di moda tra le persone benestanti che non vanno in palestra ma richiedono di essere seguiti nel loro ambiente. 

Quale è la differenza con il coach? 

Il coach non segue passo dopo passo il cliente come fa il trainer, il suo ruolo è quello di motivare all’allenamento stilando un programma mensile. Il personal si accerta che venga eseguito e offre la sua consulenza personalizzata, non con programmi generici come quelli che vengono proposti da un istruttore di sala che sta davanti a una platea di 100 persona ma in maniera, appunto, individualizzata. 

Come si diventa personal trainer? 

In realtà si tratta di una professione rispetto alla quale non c’è ancora una precisa regolamentazione: io sono laureato in Sciente Motorie, ad esempio, e mi sono formato ad hoc, faccio questo lavoro da 14 anni. Ma c’è chi lo fa con un brevetto di tre giorni. Su questo c’è ancora molto da fare, ad esempio di dovrebbe creare un Albo. 

Durante la pandemia, è esploso il fenomeno del fitness virtuale. Che ne pensa? 

Sì, questo servizio ha avuto il suo boom durante il Covid, attraverso i corsi online e le app create ad hoc come Buddyfit realizzata da Ibrahimović. Ma, sul web, ci sono due livelli: uno è quello improvvisato, gente che faceva totalmente un altro mestiere e si è lanciata a fare training su Instagram, ad esempio; l’altro è quello dei professionisti che ti seguono sui social o con una semplice videochiamata. Naturalmente non sarà mai come seguire da vicino, perché bisogna anche sapere comunicare bene quali movimenti si devono eseguire: a distanza, difficilmente si può fare un lavoro di qualità. In ogni caso, non si tratta di un allenamento personalizzato ma di “massa”. 

Quali sono i costi orientativamente? 

Anzitutto i costi cambiano moltissimo da Nord a Sud: a Napoli, ad esempio, un incontro con un personal può costare in media 30 euro (che diventa 50 se avviene a domicilio); a Milano i costi possono più che raddoppiare.

È ancora un ambiente molto maschile questo? 

Assolutamente no, la società è cambiata per fortuna. Ci sono molte donne che fanno le trainer e sanno farlo anche molto bene!

 

 

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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