Ho steso i panni sul fondo del mare: la trasformazione nei versi di Francesca Gerla
“Ho steso i panni sul fondo del mare”: questo il suggestivo titolo della raccolta di poesie di Francesca Gerla, già autrice di saggi e romanzi, che decide per la prima volta di dar vita a un progetto più ampio e unitario nel linguaggio dei versi.
Filo conduttore delle poesie è il tema della trasformazione, intesa in una doppia accezione, ci spiega l’autrice: “Come crescita dell’individuo, nelle sue fasi di vita dalla nascita alla morte, e come studio delle fasi della Storia umana, in particolare quella del Sud Italia, a partire dalla Magna Grecia”. Il libro raccoglie 90 poesie e 4 racconti, ed è impreziosito dalla prefazione di Matteo Palumbo, già docente di Letteratura Italiana all’università Federico II di Napoli.
Poesie nate durante la pandemia
Si tratta di un progetto che cambia forma più volte, dal contenuto al titolo, che è una autocitazione, infatti rappresenta il verso di una delle poesie più surreali dell’autrice napoletana, insegnante di Inglese al Liceo, che si diletta a tenere lezioni di scrittura per i più giovani.
Le poesie di Francesca Gerla nascono durante il periodo del Covid: “Coltivo da sempre questa passione ma non avevo mai pensato prima di sistematizzare i miei versi in un progetto unitario. Incoraggiata da più parti, anche grazie ad alcuni riconoscimenti che ho avuto l’onore di ricevere, mi sono convinta a creare una raccolta”.
La sfida iniziale era quella di elaborare 5 tracce di pensiero intorno a un tema, con una attenzione all’equilibrio tra le parti, ma la scrittrice si rende conto, piano piano che va avanti, che c’è un filo conduttore che prevale sugli altri: si tratta dell’elemento della trasformazione, intesa sia come cambiamento personale sia come mutamento storico e sociale, sarà quello il focus del suo lavoro.
"Stendere i panni sul fondo del mare vuol dire riconoscere l’impossibilità di ricostruire le nostre origini, antropologiche, storiche e personali, senza il sussidio della dimensione immaginativa e onirica. È la poesia l’unico strumento che possa fungere da collante nell’indagine sulla complessità della dimensione identitaria personale e collettiva. Un’identità che si costruisce nel tempo e con il tempo cambia, pur mantenendo coerenza. Tema portante della presente silloge poetica è la trasformazione, sia manifesta e repentina che sotterranea e prolungata", spiega nella sua premessa l'autrice napoletana.
La presentazione alla libreria Raffaello
Storia personale e storia umana, dunque, si intrecciano nel libro edito da Homo Scrivens, che sarà presentato mercoledì 6 novembre 2024 alle 18 alla Libreria Raffaello, in via Michele Kerbaker 35, Napoli. All’incontro, insieme all’autrice, ci saranno Chiara Tortorelli e Francesco Terracciano. A moderare la presentazione sarà l’editore Aldo Putignano, mentre le letture saranno a cura di Mariarosaria Riccio.
IL LIBRO
La sera, il giorno, il surreale, la vita, la morte, il caffè… Tutto concorre, in questo intreccio di versi, a costruire un quadro immaginifico eppure realistico delle trasformazioni, lente o subitanee, che travolgono l’animo umano e la sua Storia. Il presente si lega al passato in quanto frutto di un processo di cambiamento riconducibile a forti pressioni e rivoluzioni, destinate a modificare le profondità sotterranee dell’umanità in maniera lenta e repentina, a seconda dei casi. Così, ogni immagine di questa raccolta diventa una rivelazione, che alza il sipario sulle nostre origini e sui nostri orizzonti.
L’AUTRICE
Francesca Gerla. Insegnante, ha lavorato come redattrice e traduttrice. Tra i libri tradotti il saggio Il bambino filosofo di Alison Gopnik (Bollati Boringhieri) e il romanzo Julie & Julia, di Julie Power (Rizzoli). Per Homo Scrivens, ha pubblicato i romanzi L’isola di pietra (2013, finalista del Premio Nabokov; nella riedizione del 2023 ha ottenuto il premio della critica al concorso “Talenti vesuviani”), La testimone (primo premio Il Convivio, finalista al premio Carver) Sei personaggi in cerca di Totore, scritto a quattro mani con Pino Imperatore. Ha poi pubblicato La gabbia, Emersioni (finalista al Premio Barga Noir Garfagnana in giallo, premio In costiera amalfitana). Vincitrice del premio Megaris 2018 con la poesia Irene è una gatta, è stata finalista al premio Poesia a Napoli 2023.
LA CASA EDITRICE
Homo Scrivens è la prima compagnia italiana di scrittura. Nata a Napoli nel 2002, ha collaborato con numerosi editori di ogni parte d’Italia, e ha portato alla pubblicazione circa quattrocento autori, molti dei quali esordienti. Da quest’esperienza è nata nel 2012 la casa editrice Homo Scrivens, al fine di continuare questo impegno in forma autonoma, e condurre testi e autori all’attenzione diretta del pubblico. Siamo scrittori, scrittori che hanno deciso di trasformarsi in editori, per permettere a tanti come noi un approdo sereno, per creare un luogo d’incontro accessibile a tutti coloro che sono animati dalla nostra stessa passione e hanno la voglia e la testa per coltivarla, senza il rischio di annegare nel fango dell’editoria a pagamento.