Imbavagliati: il Festival Internazionale di Giornalismo Civile a Napoli tra censura e guerre dimenticate
Dall’Ucraina al Medio Oriente, fino alle “guerre dimenticate”, come quelle in Siria, Repubblica del Congo, Afghanistan: i conflitti nel mondo si stanno moltiplicando in maniera drammatica, arrivando a contare 55 scontri armati, in cui il 90% delle vittime è rappresentato da civili innocenti.
In un contesto in cui non è il giornalismo mainstream a fornire una visione veritiera ed approfondita dei fatti, ma sempre più quello indipendente, ritorna a Napoli l’appuntamento con “Imbavagliati”, tre giorni ricchi di eventi e dibattiti in programma dal 22 al 24 aprile all’Istituto Italiano degli Studi Filosofici (Palazzo Serra di Cassano).
La denuncia in diretta grazie alle nuove tecnologie: l'informazione accessibile
“Io ho visto – Strumenti di pace” è il tema della nona edizione del Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato dalla giornalista Désirée Klain, che dal 2015 porta a Napoli, da tutto il mondo, quei cronisti che mettono in pericolo la loro vita, sperimentando il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali, per continuare a raccontare la verità.
Il titolo scelto sottolinea il cambiamento che le nuove tecnologie hanno portato nella nostra capacità di essere testimoni diretti di eventi drammatici: grazie a internet, agli smartphone e ai social media, possiamo essere informati, quasi istantaneamente, su ciò che accade nel mondo e condividere le testimonianze dirette delle vittime e dei testimoni. Questo ha reso più difficile negare o ignorare i fatti, poiché le prove sono accessibili a tutti. “In questo senso - spiega Klain - siamo tutti “Strumenti di pace”, nella “Globalizzazione dell’indifferenza”, come lo sono anche i tanti artisti, operatori, manifestanti che subiscono censure, violenze, manganellate, semplicemente perché hanno chiesto un pacifico ‘Fermate il fuoco!’”.
Oltre un centinaio, tra giornalisti e personale impegnato nei media, hanno perso la vita: ovvero ci sono stati più morti in pochi mesi che in un anno intero. Con 109 vittime, secondo le stime di IFJ (Federazione Internazionale dei Giornalisti), si è configurato un vero e proprio “giornalisticidio”: la più grande opera di censura operata da uno stato in guerra.
Il programma del festival: ospiti internazionali per un racconto a più voci
L’iniziativa si aprirà lunedì 22 aprile alle ore 17 con l’edizione 2024 del “Premio Pimentel Fonseca” dedicata ai reporter assassinati in questi mesi di bombardamenti nella striscia di Gaza. In onore delle vittime sarà premiata la coraggiosa giornalista egiziano-palestinese Youmna ElSayed, corrispondente dalla Striscia di Gaza di Al Jazeera English, per “la coerenza etica e il senso della missione che sono propri del giornalismo”, scrive Nino Daniele, presidente della giuria scientifica del premio, che sarà consegnato dalla giornalista inviata della Rai, Lucia Goracci.
Il “Premio honoris causa” sarà conferito alla giornalista sotto scorta campana, Marilena Natale, “per il suo coraggio nel denunciare la criminalità organizzata e per il suo instancabile e fattivo impegno”.
Dopo i saluti di Massimiliano Marotta, presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sono previsti gli interventi di Omar Suleiman e Jamal Qaddorah referenti della comunità palestinese in città, Nino Daniele, presidente della giuria scientifica, Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo21, Tina Marinari, Campaigner Amnesty International Italia, di Gianmario Siani, presidente della “Fondazione Giancarlo Siani” e del giornalista Marco Cesario.
Durante l’evento, Amnesty International Italia sarà presente con attiviste e attivisti per chiedere, ancora una volta, il cessate il fuoco nel Medio Oriente, iniziativa realizzata insieme con il gruppo “Fermatevi!”, madrina Marisa Laurito, che con un suo video appello farà partire da “Imbavagliati”, una campagna di sensibilizzazione contro la guerra. Durante la premiazione è, inoltre, prevista una performance teatrale a cura dell'Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema di Gianni Sallustro, abiti storici di Costantino Lombardo.
Il festival proseguirà, martedì 23 aprile dalle ore 10, con “Guerre Dimenticate”. Questi ifocus: “Messico, la mattanza dei giornalisti”, nel quale interverrà la giornalista messicana Kena A. Megan. Si parlerà del conflitto in Ucraina nell’incontro "Cessate il fuoco!", con la testimonianza dei giornalisti Zhanna Zukova (Ucraina), Antonio Musella e del console ucraino a Napoli Maksym Kovalenko.
“Giù le mani dal Congo” vedrà la partecipazione della presidente ivoriana della consulta immigrati e di Articolo21 Campania, Fatou Diako e i giornalisti Enzo Nucci e Antonella Napoli. Concluderà il ciclo di incontri internazionali “Afghanistan, il paese senza diritti”, intervengono i giornalisti afghani Farzana Jadid, Najeeb Farzad, coordina la giornalista Barbara Schiavulli. A seguire per “Verità e giustizia” l’omaggio a Mario Paciolla, con i genitori Anna Motta e Giuseppe Paciolla, interverrà il giornalista Guido Piccoli dell’associazione “CultHurra”.
“Bavagli e manganelli” è il titolo del dibattito in programma mercoledì 24 aprile, alle ore 10, con il giornalista Vincenzo Vita, garante dell’associazione Articolo21, il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Vittorio Di Trapani, il segretario generale aggiunto della Fnsi, Claudio Silvestri, e l’avvocatessa Elena Coccia. Si proseguirà con la presentazione del libro di Luciana Esposito “FRANCESCO PIO Per sempre diciotto anni” (Iod edizioni). Intervengono con l’autrice, il direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo d’Errico e Giuseppe Giulietti.
Il festival si concluderà con “Racconti della Resistenza”, evento in collaborazione con l’Anpi, preludio della festa della Liberazione del 25 aprile, con le letture dai libri: “La guerra non torna di notte” (Solferino Libri) di Enza Alfano, “I Quindici Sciacalli” (Marlin Editore) di Massimo Zaninelli e, per la prima volta, la scoperta di un inedito di Gaetano Arfè dal racconto “Lassù col vento dell’Alpe” (Guida editori). Intervengono: Ciro Raia (Presidente del Comitato Provinciale Anpi Napoli) e Désirée Klain (Portavoce di Articolo21 Campania).
Il festival, prodotto da O.R.M.U. srl, è realizzato dall’associazione “Periferie del Mondo – Periferia Immaginaria” con il patrocinio del Comune di Napoli e in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Articolo21, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, la Federazione Nazionale della Stampa, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e il patrocinio di Amnesty International Italia.
(PH: fotoreporter palestinese Abed Zagout)