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Napoliclick è un portale quotidiano di informazione sociale e culturale pubblicato dalla cooperativa Nclick.
Un territorio devastato per anni diventa avanguardia ambientale per il Paese: sul litorale domizio si è verificato un piccolo “doppio” miracolo. Da una parte, sempre più tartarughe marine vengono salvate, insieme ai fratini, piccoli uccellini simbolo della biodiversità di questa costa che tocca i comuni casertani di Castel Volturno, Cellole, Mondragone e Sessa Aurunca e quelli napoletani di Giugliano e Pozzuoli. Dall’altra, la salvaguardia ambientale di questa zona è possibile grazie al contributo di un gruppo di cittadini consapevoli ed ambientalisti riuniti nell’associazione Domizia.
“A Castel Volturno in due anni abbiamo individuato e segnalato al Dohrn 23 nidi - spiega Vincenzo Ammaliato, presidente di Domizia – Il fatto di aiutare le tartarughe a nascere e quindi non condannarle, come avveniva in passato, a una sicura morte, ha un valore anche simbolico per noi. Insieme alle tartarughe, simbolo della biodiversità del territorio domizio, aiutiamo a fa rinascere anche un po’ la nostra terra”.
Ogni anno, in media, muoiono circa 30 tartarughe caretta caretta all’anno sul litorale che va da Cuma al Garigliano. Arrivano qui da noi dal Peloponneso e dalla Sicilia per mangiare e deporre uova: di notte sulle spiagge, depongono circa 100 uova, ma accade che le maree le trascinino via o vengano mangiate dai cani. Questi volontari provano a salvarli, facendo sì che queste specie protette possano riprodursi grazie ai nidi messi in sicurezza a Castel Volturno dal personale della Stazione Zoologica di Napoli, allertata dai volontari dell’associazione Domizia, che lavorano in rete con altre organizzazioni del territorio per la salvaguardia ambientale.
“Siamo nati circa due anni fa per la tutela della tartaruga marina e siamo riusciti a diventare il primo sito della biodiversità a Castel Volturno, ma sono molte altre le iniziative che abbiamo messo in campo”, sottolinea Ammaliato. Proprio in questi giorni all’interno del progetto “Lidi amici di Domizia”, l’associazione di ambientalisti ha firmato con i gestori dei lidi del litorale domizio (che svolgono anche attività di ristorazione) un accordo per la tutela del patrimonio naturalistico della riviera. I punti principali del vademecum prevedono: eliminazione delle cannucce, creazione di posacenere in carta in spiaggia e divieto di fuochi di artificio durante le feste (salvo quelli nelle aree autorizzate).
“Prevediamo una forte riduzione dell’impatto ambientale – spiega il presidente dell’associazione Domizia – Il patto è già stato sottoscritto da 41 imprenditori balneari, ma siamo in contatto con una altra ventina di lidi, su un totale di 250 presenti su tutto il litorale. Si parte il primo giugno”.
Tra le attività passate già realizzate dalla organizzazione c’è il Museo del Danno, collocato sul litorale ma di fatto itinerante, che “espone” tutti i rifiuti che vengono restituiti dal mare, tra cui spazzolini, giocattoli, peluche, che i volontari hanno raccolto dalla spiaggia e trasformato in reperti museali. Un atto provocatorio per sensibilizzare la popolazione, che Domizia porta in giro: il prossimo appuntamento è per “Antropocene” al complesso monumentale del parco Borbonico di Bacoli dal 3 al 18 giugno.
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