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In un mondo dove la gente è stanca persino di cercare dei punti di riferimento, una manager si autoproclama santità di una nuova religione, solo per poter sfruttare al meglio i suoi dipendenti e precarizzarli ancora di più.
Nel frattempo, una voce fuori campo spiega il contesto, come se fosse una vera e propria didascalia vivente. È questa una delle sette scene della Trilogia dell’Indignazione che il regista, attore e drammaturgo napoletano Giovanni Meola (produzione di Virus Teatrali) porta in scena con successo al Piccolo Bellini fino a domenica 30 aprile 2023. Lo spettacolo è una riduzione della piéce del catalano Esteve Soler, uno degli autori più tradotti e rappresentati al mondo, la cui Trilogia viene portata per la prima volta in scena in Italia grazie a questo allestimento.
Su ventuno episodi del testo originale, Meola ne sceglie sette, per altrettanti atti unici che vogliono rappresentare tre “contro”: contro l’Amore, il Progresso e la Democrazia. A legarli, oltre al tema di un mondo che, più che distopico, è profondamente disturbato e iperbolicamente surreale, è il personaggio della didascalia parlata, che non solo descrive ciò che non c’è (movimenti degli attori che invece si limitano quasi del tutto ai dialoghi) ma rappresenta anche il contesto narrativo.
Ne viene fuori, dai diversi episodi, una black comedy che ha anche il sapore di una denuncia sociale, di un’umanità alla deriva e priva di punti di riferimento, con l’ipertrofizzazione dei mali moderni, la pulsione all’egoismo, la mancanza di morale che ora si fa commedia – come nell’atto dei matrimoni a tempo determinato – ora tragedia, come nella performance finale, dove una coppia di genitori arriva a sacrificare l’unica figlia in nome del benessere privato e collettivo.
Si riconosce, nella gestualità ricorrente, la cifra stilistica di Meola che opta per una scelta registica e interpretativa dalla frontalità esasperata, con il gioco degli attori che si amplifica e si risolve nei dialoghi. Servono all’uopo la scarna scenografia modulare di Flaviano Barbarisi e i costumi da extraterresti di Marina Mango. Bravissimi gli interpreti: Roberta Astuti, Sara Missaglia, Chiara Vitiello e Vincenzo Coppola, ex allievo di Meola al Théâtre de Poche
Da non perdere.
Piccolo Bellini
TRILOGIA dell’INDIGNAZIONE
(da Contro il Progresso | Contro l’Amore | Contro la Democrazia)
di Esteve Soler
regia - riduzione – adattamento | Giovanni Meola
con |
ass.te alla regia | Annalisa Miele
foto di scena | Nina Borrelli
ufficio stampa | Gabriella Galbiati
consulente al progetto | Armando Rotondi
progetto grafico | Francesco Cotroneo
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