Intervista a Giovanni Meola: in arrivo il Teatro alla deriva e pronto il secondo film
Dirige per il decimo anno la suggestiva rassegna “Teatro alla deriva”, in cui gli attori si esibiscono su un palcoscenico naturale costituito da una zattera galleggiante sull’acqua posta nel laghetto circolare delle Terme Stufe di Nerone. L’attore, regista e coach teatrale Giovanni Meola ci svela alcune delle sorprese dell’edizione 2022 della bellissima manifestazione in programma con quattro date a Bacoli dal 3 al 24 luglio 2022, ma ci parla anche delle criticità di un teatro che ancora fatica a ripartire.
Quali sono le novità dell’undicesima edizione di Teatro alla deriva?
In parte, siamo ancora figli dell’onda lunga della pandemia: dopo le limitazioni degli ultimi due anni ripartiamo con una serie di spettacoli scelti tra quelli che avrebbero dovuto debuttare nei mesi scorsi ma, per un motivo o per l’altro, sono stati impossibilitati. Questa cosa è avvenuta, in un certo senso, naturalmente, ma mi rende molto orgoglioso presentare in questa occasione creazioni al debutto o semi-debutto, tutte prodotte da compagnie campane indipendenti.
C’è un fil rouge che lega i 4 spettacoli in programma a Bacoli?
Non c’è un filo conduttore per scelta; lo spazio scenico è esso stesso il fil rouge sotterraneo perché solo determinati spettacoli possono essere fatti in questo scenario naturale ed è questa la peculiarità. Ma, in genere, insieme alla famiglia Colutta, proprietaria delle Terme Stufe di Nerone che ci ospitano, abbiamo sempre cercato di evitare fili conduttori tematici, che avrebbero potuto, a parere nostro, penalizzare la diversità e la libera espressione.
Questa scelta ci ha premiato nel tempo, facendoci riscontrare una presenza sempre maggiore del pubblico, che si è affezionato a questa formula e viene a vedere i nostri spettacoli anche da lontano.
Che tipo di spettacoli proponete quest’anno?
Spettacoli diversi, come dicevo, ma che, in questa speciale edizione, hanno una cosa in comune, oltre all’allestimento naturale, intendo. Si tratta di spettacoli che, anche quando si presentano come drammatici, vogliono portare un po’ di leggerezza, spingere a sorridere, offrire spunti di riflessione, visti i tempi che corrono. In passato, c’è stata una predilezione per il drammatico, quest’anno si sentiva una esigenza diversa, strettamente connessa a un clima più generale.
Come risponde il pubblico?
Abbiamo avuto un aumento delle presenze nel corso del tempo: la cosa che posso testimoniare è che ci sono facce che tornano a tutti gli spettacoli. È bellissimo vedere che le persone tornano e molte non sono del territorio strettamente flegreo. Diciamo che per l’80 percento degli spettacoli, in genere, registriamo sold out, poi, trattandosi di una location all’aperto ci sono piccoli “rischi” legati alle condizioni meteo o ad altri fattori, ma ci aspettiamo, anche quest’anno, una buona partecipazione.
Ora che stagione vive il teatro, si può parlare di ripresa del settore?
La creatività è in totale ripresa, ma per quanto riguarda la capacità produttiva del teatro, anche da prima della pandemia, non siamo in una situazione completamente tranquilla. Questo perché, a partire dalla legge sul teatro del 2014, le pratiche produttive e distributive scontano molte difficoltà, a partire dalla mancata tutela dei lavoratori e di tutti i professionisti del settore.
Paradossalmente questi nodi problematici fortemente critici sono venuti fuori con la pandemia che ha fatto emergere, ancora di più, il grande bisogno di una sistematizzazione all’interno del nostro mondo. Una regola che va imposta, però, non dall’alto, da parte di burocrati e funzionari che non hanno minimante idea di come si faccia il teatro, ma prodotta dall’interno, con il coinvolgimento degli addetti ai lavori.
Altri progetti artistici a cui sta lavorando?
Sono impegnato su due fronti: da una parte, con il mio primo film “La Conversione”, che ha appena vinto un bando regionale per l’auto-distribuzione, per cui a breve arriverà nelle sale. Dall’altra, ho già pronto il mio secondo film documentario, dal titolo “Articolo 27 comma 3”, nato dalla mia esperienza con i detenuti del Padiglione Napoli del carcere di Poggioreale, dove ho tenuto un laboratorio di scrittura creativa e teatro, e che vedrà la collaborazione tra la Virus teatrali – Virus film e l’Associazione Cinema e diritti guidata da Maurizio Del Bufalo.
Maggiori informazioni e programma completo del Teatro alla deriva qui