Cinema e Tv: uno spot per Napoli, la politica si adegui
di Sergio D’Angelo
Non ha solo il pregio della fotografia descrittiva, il bell’articolo di Luciano Stella su Repubblica Napoli di oggi, ma anche una visione. Napoli capitale del cinema non in contrapposizione o come riproduzione in scala della Cinecittà romana, ma un’altra cosa con una sua identità autonoma come quella di New York, culla del cinema alternativo, in contrasto con le produzioni mainstream di Hollywood.
È indubbio che negli ultimi anni film e serie tv hanno svolto molto più efficacemente delle istituzioni un ruolo chiave nel marketing territoriale. Quanti hanno scelto di visitare Napoli dopo aver visto Un posto al sole, Gomorra, Il commissario Ricciardi, I bastardi di Pizzofalcone, L’amica geniale, ma anche speciali come quelli di Piero Angela, eccetera? Un numero certamente molto grande.
All’industria dell’audiovisivo va riconosciuto il grande merito di aver riportato ai massimi splendori il rapporto fra la nostra città e la fabbrica delle immagini che risale agli albori prima della fotografia e poi del cinema. Ma non solo, perché va evidenziata anche la capacità di aver creato migliaia di opportunità di impiego per un range di figure lavorative molto più ampio degli attori che sono l’interfaccia con il pubblico, la classica punta dell’iceberg.
E molto si può ancora fare sul piano della formazione, della specializzazione, della sinergia fra istituzioni e università, perché si tratta di professioni a diverso e crescente grado di specializzazione che spesso non sono spendibili sul mercato del lavoro locale, quindi professionalità che formiamo qui a spese della collettività, ma che vanno a generare sviluppo altrove.
Le argomentazioni di Stella mi sembrano perciò solide, così come il percorso che individua, soprattutto nel riferimento pressante alle istituzioni cittadine e regionali, e poi a entrambe perché si facciano portatrici di queste istanze presso la politica nazionale. Dalla mia prospettiva è l’aspetto più interessante, perché l’industria dell’audiovisivo ha svolto in forma impropria ma incontestabilmente virtuosa una funzione suppletiva di narrazione e promozione del territorio che sarebbe spettata alla politica.
Alla politica tocca perciò ora il compito non solo di sostenere questo sforzo, ma anche di farsi trovare pronta all’arrivo dei visitatori a Napoli e nella nostra regione. Ho evidenziato criticamente nei giorni scorsi la questione della metropolitana chiusa dalle 13:00 nel weekend pasquale, il Castel dell’Ovo chiuso per ragioni di sicurezza determinate da una lunga incuria, il Bosco di Capodimonte e altri spazi verdi con i cancelli serrati a pasquetta per la scarsità di personale.
Sono questioni centrali perché il cinema può mostrare la bellezza di questi luoghi al mondo, ma è la politica, siamo noi amministratori locali, a dover far sì che questa bellezza sia non solo fruibile ma crei una dipendenza virtuosa che spinga i visitatori a tornare.